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Chi non sa quanto puote Già cessa il metitor col torto ferro
Questo testo fa parte della raccolta Poesie di Tommaso Stigliani


XIII

IL SALUTO DELL’AMANTE

     — Ripigliate, augelletti,
i vostri dolci canti.
Giá vien co’ zefiretti
la stagion degli amanti;
e ne’ prati è rinata
la famiglia odorata.
     Ride il fresco giacinto,
il gelsomin nevoso;
ride il ligustro, tinto
di pallore amoroso;
ride il narciso in sponda,
ride la calta in fronda,
     il soave amaranto,
le pallide viole,
il pieghevol acanto,
Clizia amante del sole,
il giglio che biancheggia,
la rosa che rosseggia...
     Mancava a tanti fiori
solo il fior di beltade.
Ma eccol, che vien fuori,
o Po, di tue contrade.
Questa è l’alma mia diva,
ch’è primavera viva. —
     Cosí Tirsi cantava
a suon d’arguta canna,
mentre Lidia menava
gli agni fuor di capanna.
E quella volse il viso
e ’l premiò d’un sorriso.

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