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Questo testo fa parte della raccolta Vincenzo Zito
XIII
A DON GIOVANNI D’AUSTRIA
invocando l’arrivo di lui a Napoli
Seconda il volo degli ispani abeti,
o rege dell’eoliche foreste;
vadano altrove a scaricar tempeste
gli orgogliosi aquilon, gli euri inquïeti.
D’april fiorito ai dí sereni e lieti
non siano piú l’atre procelle infeste;
d’Austria all’eroe faccian carole e feste
con le nereidi la cerulea Teti.
Al lito di Partenope le schiere
giungan del Beti glorïose e forti,
a incatenar Tesifoni e Megere.
Ché mal possono piú nostre coorti,
benché di posse intrepide e guerrere,
cibare i vivi e sepellire i morti.
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