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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
UN'OPERA DE MISERICORDIA.
Frall’opere chiamate da l’abbati
De le misericordie corporale,
Che ar giorno der giudizzio univerzale
N’averemo da èsse1 esaminati,
C’è: Ssesto, visità li carcerati;
Ma cquer proscetto2 nun è ssempre uguale,
Ggiacchè ppe’ ccerti carcerati vale,
E ccert’antri3 so’ invesce accettuati.4
Semprigrazzia,5 er Governo è dd’oppiggnóne6
Che pp’er povero ladro e ll’assassino
S’abbi7 d’avé ariguardi e ccompassione.
Ma in quanto ar carbonaro e ar giacubbino,
S’hanno d’abbandonà ddrent’in priggione
Senza dà rretta un c.... ar Belarmino.
8 giugno 1834
- ↑ Essere.
- ↑ Precetto.
- ↑ Altri.
- ↑ Eccettuati.
- ↑ Exempli gratia. Roma ridonda di modi latini, che precipitano sino alla plebe.
- ↑ Di opinione.
- ↑ Si abbia.
Note
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