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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
UN BER GUSTO ROMANO
Tutta la nostra gran zodisfazzione
De noantri1 quann’èrimo2 regazzi
Era a le case nove e a li palazzi
De sporcajje3 li muri cór carbone.
Cqua ddiseggnàmio4 o zziffere5 o ppupazzi,6
O er nodo de Cordiano7 e Ssalamone:8
Llà nnummeri9 e ggiucate d’astrazzione,10
O pparolacce, o ffiche uperte e ccazzi.
Oppuro11 co’ un bastone, o un zasso, o un chiodo,
Fàmio12 a l’arricciatura quarche sseggno,
Fonno in maggnèra13 c’arrivassi ar zodo.14
Quelle sò15 bbell’età, pper dio de leggno!
Sibbè cc’adesso puro16 me la godo,
E ssi17 cc’è mmuro bbianco io je lo sfreggno.18
22 giugno 1834
- ↑ Noi altri.
- ↑ Quando eravamo.
- ↑ Sporcargli.
- ↑ Disegnavamo.
- ↑ Cifre.
- ↑ Fantocci.
- ↑ Gordiano.
- ↑ Salomone.
- ↑ Per solito vi scrivano i numeri del millesimo corrente.
- ↑ Giuocate: de’ numeri per la estrazione del lotto.
- ↑ Oppure.
- ↑ Facevamo.
- ↑ Profondo in maniera.
- ↑ Che arrivasse al sodo.
- ↑ Sono.
- ↑ Benchè adesso pure, ecc.
- ↑ Se.
- ↑ Glielo rovino.
Note
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