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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
LO SCARDINO PERZO1
Cosa scerchi? er marito?2 E ffai sta spasa3
De sciafrujji4 che ppare un arzenale?!
Quieta: lo troverai. Mica è un detale:5
Mica un marito è un zeppo de scerasa.6
Si7 ll’avevi oggi, e nun ha mmesso l’ale
Pe’ vvolà vvia, pòi èsse8 perzuasa,
Fijja mia bbenedetta, che la casa
Annisconne e nnun rubba: eh? ddico male?
Io puro9 un giorno m’ero perza10 un pavolo:
E azzecca11 indove poi me lo trovai?
In zaccoccia. Eh sse sa: rruzze der diavolo.
Tu ddi’ er zarmo Cqui-abbita,12 Lonora;13
E all’acqua de Venanzio14 vederai
Che sto bbuggero15 tuo scapperà ffora.
21 giugno 1834
- ↑ Il caldanino perduto.
- ↑ Caldanino.
- ↑ Questo sparpagliamento.
- ↑ Minutaglie confuse.
- ↑ Ditale: anello da cucire.
- ↑ Un picciuòlo di ciliegia.
- ↑ Se.
- ↑ Puoi essere.
- ↑ Pure.
- ↑ Perduta. Il participio retto dall’ausiliare essere preceduto da particella pronominale, è accordato con la persona che fa l’azione, e non con ciò che la soffre. Così direbbesi da una donna: “Io avevo perzo un pavolo: io m’ero perza un pavolo.„
- ↑ Indovina.
- ↑ “Qui habitat in adiutorio Altissimi, etc..„ Si attribuisce a questa salmo XC la virtù di far ritrovare le cose e le persone smarrite.
- ↑ Eleonora.
- ↑ “Quoniam ipse liberabit me de laqueo venantium, etc..„ versetto del suddetto salmo.
- ↑ Termine generico, come coso, negozio, ecc.
Note
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