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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835
UN PAVOLO BBUTTATO
Che tteatri! Accidenti a sta puttana
D’Argentinaccia e cquanno se sprofonna.1
Stà2 ssur un banco una nottata sana3
Pe’ ggòdese4 le furie d’una donna!
Io, sentenno quer nome de Ggismonna5
Sur bullettone a Pporta settiggnana6
La pijjai, com’è vvero la Madonna,
Pe’ la sora Ggismonna la mammana.7
C’avevo da sapé cche sse trattassi8
De sti mortòri e tutte ste magaggne
De li secoli arti e dde li bbassi?
Lo fo ddiscìde9 a vvoi, lo fo ddiscìde.
Che! A la commedia sce se va ppe’ ppiaggne?10
A la commedia sce se va ppe’ rride.11
19 settembre 1835
- ↑ Quando si sprofonda.
- ↑ Stare.
- ↑ Intiera.
- ↑ Per godensi.
- ↑ Gismonda di Mendrisio: tragedia di Silvio Pellico.
- ↑ Porta Settimiana.
- ↑ Lucia Gismondi, detta Gismonda, notissima ostetrica di Roma.
- ↑ Si trattasse.
- ↑ Decidere.
- ↑ Ci si va per piangere?
- ↑ Per ridere.
Note
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