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Le dimanne indiggestive Li colori
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

UN TANT'A TTESTA

     Giacubbinacci che ccovate in petto
L’arbaggìa1 de sfreggnà2 la Santa Cchiesa
Senza volé3 cche llei facci un fischietto
Pe’ cchiamà Ggesucristo in zu’ difesa,

     L’editto de Papà4 ll’avete letto?
La scummunica sua l’avet’intesa?
Conzolateve duncue coll’ajjetto5
C’avete fatto una gran bell’impresa!

     La Cchiesa fischia, Cristo nun è ssordo,
Li Romani sò ttutti papalini,
E la Santità Ssua nun fa er balordo.

     E ppe’ ffotte6 voantri7 ggiacubbini,
Già er Zanto-padre e nnoi semo d’accordo:
Lui dà indurgenze e nnoi dàmo quadrini.


Roma, 28 gennaio 1833

  1. Albagia.
  2. Violare, distruggere, ecc.
  3. Volere.
  4. Alludesi alla cedola di scomunica fulminata nel 1832 contro i ribelli rifugiati in Ancona.
  5. Consolarsi coll’aglietto: vale: “prender consolazione di piccole speranze contro grave ruina.„
  6. Rovinare.
  7. Voi altri.

Note

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