Questo testo è incompleto.
Un zentimento mio Er frutto de la predica
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

UN ZENTIMENTO MIO: RISPOSTA

[2.]

     Nun dite male d’Eva, perché Eva
Fesce da mojje ar primo padr’Adamo:
E nnoi, quanti in ner monno sce ne stamo,1
Nun nasscémio,2 si3 llei nu’ lo voleva.

     È stata sporca? Ebbè? cquesto nun leva
Che nnoi l’ariverìmo e arispettamo;
E ccome tutte fronne de quer ramo
Ricasca sopr’a nnoi quanto fasceva.

     Io poi dico c’ha ttorto chi l’accusa;
E mme credo4 ch’Iddio j’averà ddato
La pulizzia come l’asscenza5 infusa.

     E cquann’anche accusì nnun fussi stato,
So cche la pulizzia ch’adesso s’usa
È vvenuta pe’ ccausa der peccato.

25 novembre 1834


Note

  1. Ce ne stiamo.
  2. Non nascevamo.
  3. Se.
  4. Mi credo.
  5. La scienza.

Note

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