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Er bracciante marcontento La madre der condannato
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1846

UNA BBIASTÉMA1 DER CRÈDO

     Sto a ppenzà come er Crèdo, sor Emijjo,
Dichi che Ggesucristo annò a l’inferno.
È possibbile mai ch’er Padr’eterno
Ce volessi mannà propio su’ fijjo!

     Ma lo sapete co’ chi mme la pijjo?
Me la pijjo co’ cquelli der Governo,
Che metterno sto scànnolo,2 metterno,
Senza nemmanco dimannà cconzijjo.

     Gesucristo a l’inferno! E ss’è mmai visto,
Da sì cche3 ccelo è ccelo e mmonno è mmonno,
Un galantomo ppiù de Ggesucristo?

     Si4 ppoi sta cosa, s’abbi da credella,
Pò èsse forzi5 che in quello sprofonno
Ar più cciaverà ffatto capoccella.6

5 aprile 1846

  1. Bestemmia.
  2. Misero questo scandolo.
  3. Dacchè, sin da quando.
  4. Se.
  5. Può essere forse.
  6. Capolino.

Note

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