Questo testo è incompleto.
Er giudizzio in particolare Er madrimonio sconcruso
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

UNA DIFFICORTÀ INDIFFISCILE1

     Quelle quattro parole de latino
Hanno, dico, d’avé ttanto valore
De mutà mmezzo càlisce de vino
Ner zangue che sverzò2 Nnostro Siggnore!

     Nun badanno3 c’ar gusto e cc’ar colore,
Se dirìa:4 questa è rrobba de Marino;5
Ma nnun badanno a la vista e ar zapone,
S’ha da ggiurà: cquest’è ssangue divino.

     Ma co’ la cosa6 che sto sangue arresta7
Ner calisce der prete tal e cquale
Che ffussi8 ancóra er zugo de l’agresta;9

     Io vorìa dimannavve10 si11 un bucale12
De vino conzagrato po ddà in testa
De chi sse lo bbevessi,13 e ffajje male.14


29 maggio 1833

  1. Difficile.
  2. Versò.
  3. Non badando.
  4. Si direbbe.
  5. Marino, terra vicino a Roma, ferace di buoni vini.
  6. Ma pel motivo.
  7. Resta.
  8. Fosse.
  9. Il sugo dell’agresto: il vino.
  10. Vorrei dimandarvi.
  11. Se.
  12. Boccale.
  13. Se lo bevesse.
  14. Fargli.

Note

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