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Li sciarvelli de li Siggnori Li guai
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

UNA DIMANNA1 LESCIT'E ONESTA

     Tra la mandra de tanti alletterati
Io nun ho ancora trovo2 chi mme dichi3
Si a li tempi che cc’ereno l’antichi
L’ommini se vistiveno d’abbati.

     Io so cc’Adamo, pe’ li su’ peccati,
Se vistì cco le fronne de li fichi;
E Ccristo, Erode, e ll’antri su’ nimmichi
Nun vistirno da preti né da frati.

     Poi venne a Rroma Romolo e Mmaometto,
Ma ggnisun de li dua cór collarino,
Co la chirica e ccór farajoletto.

     Dunque chi ll’ha inventato sto lumino?4
A vvoi, sori dottori de l’ajjetto,5
Fateve avanti a stroligà6un tantino.

11 marzo 1834

  1. Dimanda.
  2. Trovato.
  3. Mi dica.
  4. Il cappello triangolare de’ preti, consimile a certe lucernette di terra.
  5. Aglietto.
  6. Speculare, almanaccare, ecc.

Note

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