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Questo testo fa parte della raccolta Bernardo Morando
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ALLA CANTATRICE ANNA RENZIA, ROMANA
Vaga ninfa del Tebro, a cui concessa
è de’ teatri oggi la palma e il vanto,
che a la vaghezza, agli atti, al riso, al canto
sí eccedi altrui, ch’hai giá l’invidia oppressa;
perché l’alma mi togli? omai, deh, cessa;
ferma la voce armonïosa alquanto,
ché di dolcezze in mar sí vario e tanto
l’anima fuor di sé perde se stessa.
Anzi, pur segui, o bella, i cari accenti,
ché se per te da l’alma io son diviso,
per te m’unisco a le beate menti.
In estasi elevato io giá ravviso
l’angelica armonia ne’ tuoi concenti,
la celeste beltá nel tuo bel viso.
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