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A Dio (Prati) A Giorgio Byron
Questo testo fa parte della raccolta V. Da 'Memorie e lagrime'

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A UN AMICO

Invidiarmi? Illuso! abbiti care
le dolcezze del tuo vivere oscuro.
Spensierato, se lasci il picciol muro
della tua casa e il patrio limitare.
Vedrai scaltre lusinghe, emule gare,
troverai contra te que’che tuoi furo:
sempre il ben tardo; il mal sempre maturo;
opre dovunque ambiziose e avare.
Passa pur fra la turba immaculato:
nel suo bruno mantel chiuso in disparte,
sempre il livor ti noterá in peccato!
Questa, amico, è la gloria: è questa l’arte
della fortuna. E poi si muor. Beato
chi ignoto arriva e ignoto se ne parte!


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