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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847
A VVOI DE SOTTO
S’aricconta c’un frate zzoccolante,
Grasso ppiù der compar de sant’Antonio,
Ner concrude1 una predica incarzante
Sull’obbrighi der zanto madrimonio,
Staccò er Cristo dar pùrpito, e ggronnante
De sudore strillò ccom’un demonio:
«Eccolo, e vve lo dico a ttutte quante,
Eccolo su sta crosce er tistimonio.
Io mó lo tiro in testa inviperito
A cchi ss’è ppresa er ber gusto, s’è ppresa,
De temperà ppiù ppenne a ssu’ marito».
A cquell’atto der frate ’ggni miggnotta...
’Ggni donna, vorzi dì,2 cche stava in chiesa,
Arzò le mano3 pe’ pparà la bbotta.
23 dicembre 1837
Note
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