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Queste carte che Pindo ammira e cole Tra venti dame ordir danza reale
Questo testo fa parte della raccolta Poesie di Giovan Francesco Maia Materdona

V

A UNA ZANZARA

     Animato rumor, tromba vagante,
che solo per ferir talor ti pòsi,
turbamento de l’ombre e de’ riposi,
fremito alato e mormorio volante;
     per ciel notturno animaletto errante,
pon freno ai tuoi susurri aspri e noiosi;
invan ti sforzi tu ch’io non riposi:
basta a non riposar l’esser amante.
     Vattene a chi non ama, a chi mi sprezza
vattene; e incontro a lei quanto piú sai
desta il suono, arma gli aghi, usa fierezza.
     D’aver punta vantar sí ti potrai
colei, ch’Amor con sua dorata frezza
pungere ed impiagar non poté mai.

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