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Sdegni norme latine, esempli argivi Sembra la vita, che da noi sen fugge
Questo testo fa parte della raccolta Giuseppe Battista

XXXIV

IL POETA E IL BEVER ACQUA

     Beva nettare Chio chi peregrino
testor di sacri carmi esser procura;
chi brama col cantar gloria futura
fugga gelido rio di ghiaccio alpino.
     Quel verso, o sia toscano o sia latino,
che finge il bevitor dell’onda pura,
piacer troppo non può, troppo non dura,
e divino non è se non divino.
     Ennio che nella tromba ha glorie prime,
e ’l maestro de’ lirici, ch’è Flacco,
ebbero da Lieo lo stil sublime.
     E chi stese in Beozia il piè non fiacco
m’insegnò che Parnaso abbia due cime,
l’una a Febo sacrata e l’altra a Bacco.

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