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6. Prati, giardini, vaghi balli o canti
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Prati, giardini, vaghi balli o canti,
     Sollazzi né diletti né piacere,
     Giovane adatt’e leggiadre vedere,
     Donne seguite da amorosi amanti,

     Nulla ne piace a me, quando davanti5
     Non veggio nell’aspetto mio sedere1
     L’angelico bel viso, al cu’ piacere
     Vive contento il cuor de’ sua sembianti2.
.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .

  1. «Stare, dimorare.»
  2. I manoscritti attribuiscono a questo son. una chiusa assolutamente irreconciliabile, per concetto e stile, con la prima parte, e che perciò si rivela pertinente ad un’altra poesia. L’idea fondamentale delle quartine ricorre anche in XVI, 7-8 e XXVIII, 6-8.


Note

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