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XV. Mai non potei, per mirar molto fiso
Rime - XIV Rime - XVI

XV.


Mai non potei, per mirar1 molto fiso
     I rossi labri et gli occhi vaghi et belli,
     Il viso tutto et gli aurei capelli
     Di questa, che m’è in terra un paradiso,
     Nell’intellecto comprender preciso5
     Qual più mirabil si fosse di quelli:
     Come ch’io stimo di preporre ad elli
     L’angelico leggiadro et dolce riso.
Nel qual, quando scintillan quelle stelle
     Che la luce del sol fanno minore,10
     Par s’apra il cielo et rida il mondo tutto.
     Ond’io, che tutto ’l cor ò dritto a quelle,
     Esser mi tengo molto di megliore,
     Sentend’in terra sì celeste fructo2.

  1. «Per quanto mirassi.»
  2. Il presente e i sonetti successivi sino al XVIII esaltano gli effetti spirituali e morali dell’amore ancora ideale del poeta.


Note

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