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Questo testo fa parte della raccolta Poesie di Giovan Leone Sempronio
XIII
LODI DI FABIO ALBERGATI
al figliuolo di lui, Ugo
Come acchetar, come compor si deggia
d’antica nemistade odio privato,
e di che raggi esser convenga ornato
vermiglio Sol, che in Vatican fiammeggia;
qual esser debba entro superba reggia
d’alto monarca il glorioso stato,
e quanto sia con gran ragion dannato
ciò che ’l falso Bodin sogna e vaneggia;
quei che per padre il ciel ti diede in sorte,
qui dove il bel Metauro il piè raggira,
scrisse d’Urbin ne la famosa corte.
Quindi ciascun le sue grand’opre ammira,
poi che per lui non è ch’invidia or porte
del suo buon vecchio Felsina a Stagira.
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