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Er zartore Er terremoto de sta notte
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

ER BECCAMORTO DE CASA

     Lo sai chi è cquello che jj’ho ddetto addio
e mm’ha arisposto senza comprimenti?
Quell’è un marchese, un aventore mio:
inzomma, è un antro1 de li mi’ crïenti.

     Eh! ssemo amichi antichi assai, perch’io
j’ho ssotterrati tutti li parenti;
e ll’urtimo l’antr’anno è stato un zio
che ll’arricchì mmorenno d’accidenti.

     Sappi ch’è un gran bravissimo siggnore
che ppaga li mortorî da sovrano,
come faranno a llui quanno che mmore.

     Pe’ cquesto io spero che nun zii2 lontano,
co l’ajjuto de Ddio, d’avé l’onore
de seppellillo io co’ le mi’ mano.

5 dicembre 1834

  1. Altro.
  2. Non sia.

Note

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