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La notizzia de telèfrico La divozzione
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

ER DEBBITORE DER DEBBITORE

     Dunque perchè la Cammera ha d’avé
Dar mi’ padron de casa, ha la bbontà
De roppe1 er culo a cchi nun cià2 cche ffà,
E vviè a spidì la mano reggia a mmé?!

     È vvero c’ar padrone io j’ho da dà
La piggion de sei mesi, ma pperchè?
Perchè appenne la lite in ne l’Accè,3
Pe’ l’acconcìmi che mme vò nnegà.

     Quanno fra de noi dua s’astipolò
La locazzione, sce se venne a ddì4
Che cc’entrassi5 la Cammera? Ggnornò.6

     Disce: ma er Fisco l’intenne accusì.
Ddunque er fischio me fischi quanto sciò7
E er Ziggnore lo pòzzi bbenedì.8

15 agosto 1835

  1. Rompere.
  2. Non ci ha.
  3. Pende la lite nel Tribunale dell’A.C.
  4. Ci si venne a dire.
  5. C’entrasse.
  6. Signor no.
  7. Mi involi quanto ci ho: quanto ho.
  8. Lo possa benedire.

Note

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