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Er debbitore der debbitore Er zervitor de lo Spaggnolo
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

LA DIVOZZIONE

     Io mó nnun ve sto a ddì ssi1 a sto paese
De divozzione sce n’è ttroppa o ppoca;
Si la ggente è incredibbile2 o bbizzoca,
E ssi è ppeggio er romano der francese.

     Sì, ll’ho vviste pur’io piene le cchiese;
Ma ebbè? ppe’ cquesto è ffatto er becco all’oca?3
Fijji, a cquello llassù nnun je se ggioca4
Co cquattro sciarle e ddu’ cannele accese.

     Quanno nun z’abbia carità, nnun z’abbia,
L’acqua der pozzo e ll’acqua bbenedetta
Sò una spesce5 der canchero e la rabbia.

     L’opera bbone, ecco che vvò er Ziggnore:
Ché Ggesucristo è ccome la sciovetta.
Cosa je piasce a la sciovetta? er core.

16 agosto 1835

  1. Se.
  2. Incredula.
  3. A qual conclusione ciò mena?
  4. Non gli raggira.
  5. Sono una specie: sono consimili.

Note

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