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Un conto arto-arto Er Curato de ggiustizzia
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

ER PATTO-STUCCO1

     Sto2 prelato a la fijja der zartore,
Che cciannava a stirajje3 li rocchetti,
Je fesce vede4 drent’a un tiratore5
Una sciòtola6 piena de papetti,7

     Discennoje:8 “Si vvòi che tte lo metti,
Sò ttutti tui9 e tte li do dde core.„
E llei fesce bbocchino e ddu’ ghiggnetti,
Eppoi s’arzò er guarnello a Mmonziggnore.

     Terminato l’affare, er zemprisciano10
Pe’ ppagajje11 er noleggio de la sporta,
Pijjò un papetto e jje lo messe12 in mano.

     Disce: “Uno solo?! e cche vvor dì sta torta?13
Ereno tutti mii!...„14 - “Fijjola, piano„,
Disce, “sò ttutti tui, uno pe’ vvorta.„15


Terni, 16 ottobre 1833

  1. Far patto-stucco, vale: “fare un contratto complessivo di tutte le sue parti a un solo prezzo prestabilito.„
  2. sto.
  3. Ci andava a stirargli ecc.
  4. Le [gli] fece vedere.
  5. [Cassetto.]
  6. Ciotola.
  7. Il papetto è una moneta d’argento da due paoli. [Poco più d'una lira nostra.]
  8. [Dicendogli]: dicendole.
  9. Son tutti tuoi.
  10. Ironia di semplice.
  11. Per [pagargli] pagarle.
  12. Le lo [glielo] mise.
  13. Che è questo?
  14. Erano tutti miei!...
  15. Uno per volta.

Note

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