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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
ER PECCATO DE SAN LUVIGGI
San Luviggi Conzagra1 (si ssò2 vvere
L’istorie de quer mostro d’innoscenza)
Pe’ avé ppreso da lui3 senza liscenza
Poca porvere e un miccio a un zu’4 artijjere,
Sibbè cch’era5 un riccone e un cavajjere
N’ebbe tanto dolore a la cusscenza,
Che ppiantò er monno e ffesce pinitenza
Peggio che ffussi6 un ladro de mestiere.
E adesso un colonnello, un capitano,
Scortica vivo vivo un reggimento,
E jj’arrubba la paga der zovrano;
E tte lo vedi annà7 cquieto e ccontento
Cor zangue che jje gronna8 da le mano,9
Senz’ombra de rimorzo e ppentimento.
21 giugno 1834
- ↑ Gonzaga.
- ↑ Se sono.
- ↑ Da sé, da sé stesso.
- ↑ Suo.
- ↑ Benchè era.
- ↑ Fosse.
- ↑ Andare.
- ↑ Gli gronda.
- ↑ Mano, per “mani.„
Note
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