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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1836
ER ZEGRÉTO
Ner fà a l’amore un goccio de segreto
Quanto è ggustoso nun potete crede.1
Più assai der testamento pe’ un erede,
Più assai de li piselli co’ l’aneto.
Fàsse l’occhietto,2 stuzzicasse3 er piede,
Toccasse4 la manina pe’ ddereto,5
Spasseggià ppe’ li tetti e pp’er canneto
Mentre er prossimo tuo sta in bona fede;
Dasse6 li rigaletti a la sordina,7
Annà scarzi8 e a ttastone a mmezza notte
Eppoi fàcce l’indiani la matina...
Io vorìa chiede9 a le perzone dotte
Per che mmotivo quer passa-e-ccammina
E cquele furberie sò accusì jjotte.10
30 marzo 1836
- ↑ Credere.
- ↑ Farsi l’occhiolino.
- ↑ Stuzzicarsi.
- ↑ Toccarsi.
- ↑ Per di dietro.
- ↑ Darsi.
- ↑ Di soppiatto.
- ↑ Andare scalzi.
- ↑ Io vorrei chiedere.
- ↑ Sono così ghiotte.
Note
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