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INNO A VENERE.
O santa Dea che l’etere
E il mare informi e il mondo,
Che tutto avvivi ed agiti
4Di un dolce ardor fecondo;
Te gli amorosi passeri
All’ospitai Citera
Guidar su conca argentea
8Dalla natia tua spera.
A te le donne Ciprie,
Per trionfale omaggio,
Il terso speglio offrirono,
12Caldo del tuo bel raggio.
Madri e donzelle Gnidie,
Succinte in bianca veste,
Su i casti altar chiamarono
16Te Venere celeste.
Te dai boschetti taciti
La bruna pastorella,
E te la plebe indocile
20Dea popolare appella.
Te la trilustre vergine,
Con voce incerta e fioca,
Tra i mal repressi palpiti,
24Diva nuziale invoca.
Tu con soave imperio
Aggioghi uomini e Dei;
Tu disarmasti il massimo
28Giove negl’antri Idei,
Quando su i lenti talami
Dormìa tranquillo il Nume,
E ne lambìa la folgore
32Le invïolate piume.
Tu, santa Dea, tu l’animo
D’un mite ardor m’infiamma;
Sarebbe un cor che palpita
36Poc’esca a maggior fiamma.
Altro non chieggo, o Venere
Rendimi a te devoto;
Saria per maggior titolo
40Forse imprudente il voto.