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La Serenata Un fattarello curioso
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

LA FAMIJJA POVERELLA

     Quiete, crature mie, stateve quiete:
Sì, ffijji, zitti, chè mmommò vviè1 Ttata.
Oh Vvergine der pianto addolorata,
Provedeteme voi che lo potete.

     Nò, vvisscere mie care, nun piaggnete:
Nun me fate morì ccusì accorata.
Lui quarche ccosa l’averà abbuscata,
E ppijjeremo er pane, e mmaggnerete.

     Si ccapìssivo2 er bene che vve vojjo!...
Che ddichi, Peppe? nun vòi stà a lo scuro?
Fijjo, com’ho da fà ssi nun c’è ojjo?

     E ttu, Llalla, che hai? Povera Lalla,
Hai freddo? Ebbè, nnun méttete3 llì ar muro:
Viè4 in braccio a mmamma tua che tt’ariscalla.5

26 settembre 1835

  1. Or’ora viene.
  2. Se capiste.
  3. Non metterti.
  4. Vieni.
  5. Ti riscalda.

Note

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