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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835
LA LEZZIONE1 DE PAPA GRIGORIO
Quanno sparò er cannone, Bbëatrisce
Dava la pappa ar fijjo piccinino:
Mi’ marito pippava, e Ggiuvacchino
Se spassava2 a mmaggnà ppane e rradisce.3
Peppandrèa s’allustrava la vernisce
De la tracolla; e io stavo ar cammino
A accenne4 cór zoffietto uno scardino
De carbonella dorce5 e de scinisce.6
M’aricorderò ssempre che ssonorno
Sedisci men’un quarto. Io fesce7 allora:
“Sciamancheno8 tre ora a mmezzoggiorno.„
Fra cquinisci e ttre cquarti e ssedisciora
Se9 creò ddunque er zanto Padre, er giorno
Dua frebbaro che ffu la Cannelora.10
25 aprile 1835
- ↑ L’elezione.
- ↑ Si divertiva.
- ↑ Radici: ravanelli.
- ↑ Accendere.
- ↑ Carbonella dolce: quell’avanzo de’ legni spenti de’ fornai.
- ↑ Quasi cinigia; ma per questo nome di cinìce, s’intende in Roma un leggiero carbone di sterpi e ramoscelli sottili, il quale presto arde, e si mantiene sotto la cenere in una lunga incandescenza.
- ↑ Dissi.
- ↑ Ci mancano.
- ↑ Si.
- ↑ Candelaia.
Note
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