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La Terra e er Zole A padron Marcello
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

LA PROMESSA DER ROMANO

     Sor Giacubbino mio, tutte le palle
Nun riescheno tonne, io ve l’avviso.
Ancòra sce sò1 ssanti in paradiso
Che a la Cchiesa je guardeno le spalle.

     Abbasta, abbasta quer c’avete riso:
Mó vviè l’inacqua lagrimàr’in valle.2
Adesso è ’r tempo de le facce ggialle,
Sor giacubbino mio, gruggno d’impiso.3

     Sentirete che nnespole,4 fijjolo,
Oggi ch’er Papa pe’ ggrazzia de Ddio
Chiama cqua li su’ amichi der Tirolo.

     Lassàteli arrivà, cchè ssubbit’io
Ve viengo a ddà er bon giorno, e vve conzolo
Co cquattro stoccatelle a ggenio mio.

27 novembre 1833

  1. Ci sono.
  2. Ora viene l’in hac lacrymarum valle.
  3. Faccia d’impiccato.
  4. Che bòtte.

Note

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