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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
LA SERVA DE CASA
Ha ttutte le vertù cch’è nescessario
Pe’ bben zervì la nobbirtà rromana.
È mmatta, è strega, è spia, è lladra, è cciana,1
E ppe’ bbuscìe2 nun ce la pò er lunario.
Si3 ppoi volemo seguità er rosario,
Er padrone lo serve da puttana,
La padrona la serve da ruffiana,
E ccusì ss’aritrippica4 er zalario.
Inortre sce sarìa5 n’antra6 catasta
De difettucci e ttutti a bbommercato;
Ma vve sbrigo: è una serva, e ttant’abbasta.
E nno ppe’ ggnente7 da tant’anni addietro,
Le serve in ner pretorio de Pilato
Sò state mmaledette da San Pietro.
2 dicembre 1834
- ↑ Vanitosa nel vestire.
- ↑ Bugie.
- ↑ Se.
- ↑ Si ritriplica: per semplicemente si triplica.
- ↑ Ci sarebbe.
- ↑ Un’altra.
- ↑ E non per niente.
Note
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