< Laude (1910) < Laude
Questo testo è completo.
LXXXIII. De l’amore de Christo in croce, & como l’anima desidera de morir con lui
Laude - Lauda LXXXII Laude - Lauda LXXXIIII

De l’amore de Christo in croce, & como l’anima desidera de morir con lui.          .lxxxiij.


     O Dolce amore,       ch’ai morto l’amore,
     prego che m’occidi d’amore.

Amor ch’ai menato       lo tuo enamorato
     ad cusì forte morire,4
     Perché l facesti?       ché non uolesti
     ch’io douesse perire.
     Non me parcire,       non uoler soffrire
     ch’io non moia abracciato d’amore.8
Se non perdonasti       a quel che sì amasti,
     como a me uoi perdonare?
     Segno è, se m’ami,       che tu me c’enhami
     como pesce che non pò scampare.12
     Et non perdonare,       cha el m’è en amare
     ch’io moia anegato en amore.
L’amore sta appeso,       la croce l’à preso
     et non lassa partire.16
     Vocce currendo       et mo me cce appendo,
     ch’io non possa smarrire.
     Cha lo fugire       farìame sparire,
     ch’io non serìa scripto en amore.20
O croce, io m’apicco       et ad te m’aficco,
     ch’io gusti morendo la uita.
     Ché tu ne sè ornata,       o morte melata;
     tristo che non t’ò sentita!24
     O alma sì ardita       d’auer sua ferita,
     ch’io moia accorato d’amore.
Vocce currendo,       en croce legendo,
     nel libro che c’è ensanguinato.28
     Cha essa scriptura       me fa en natura
     et en phylosophia conuentato.
     O libro signato       che dentro sè aurato,
     et tutto fiorito d’amore!32
O amor d’agno,       magior che mar magno,
     et chi de te dir porrìa?
     A chi c’è anegato       de sotto & da lato
     et non sa doue sia,36
     Et la pazìa       gli par ricta uia
     de gire empazato d’amore.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.