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XLIII. De la misericordia & iustitia & como fu l’omo reparato : Et parlano diuersi
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De la misericordia & iustitia & como fu l’omo reparato: Et parlano diuersi.          .xliij.


L’Omo fo creato uirtuoso,
     uolsela sprezar per sua follìa;
     lo cademento fo pericoloso,
     la luce fo tornata en tenebrìa;4
     lo resalire posto è fatigoso;
     a chi nol uede parglie gran follìa,

     a chi lo passa pargli glorioso,
     Paradiso sente en questa uia.8
L’Omo, quando en prima sì peccao,
     deguastao l’ordene de l’amore;
     ne l’amor proprio tanto s’abracciao,
     che nantepuse sé al Creatore;12
     la Iustitia tanto s’endegnao,
     che lo spogliao de tutto suo honore;
     omne uirtute sì l’abandonao,
     al demone fo dato el possessore.16
La Misericordia, uedente
     che l’Omo misero era sì caduto,
     de lo cademento era dolente,
     ché con tutta sua gente era perduto;20
     gli suoi figlioli aduna mantenente,
     & ha deliberato de l’aiuto;
     mandagli messaggio de sua gente
     cha l’Omo misero sia subuenuto.24
La Misericordia sì ha mandata
     de la sua gente fedel messagiera,
     che uada ad Homo en quella contrata
     che de lo desperare ferito era;28
     madonna Penetenza c’è trouata,
     de tutta la sua gente fact’à schiera;
     & descurrendo porta l’ambasciata
     che l’Omo non perisca en tal mainera.32
La Penetenza manda lo correre
     che l’albergo li deia apparecchiare;
     la Contritione è messagiere
     & seco porta cose da spensare;36
     uenendo a l’Homo, miselse a uedere
     & già non c’era loco da posare;
     tre suoi figlioli sì fece uenere
     & misegli ne l’Homo al cor purgare.40
En prima sì ha messo lo Timore
     che tutto l core sì ha conturbato;
     la falsa Securtà reiecta fore
     che l’Omo hauea preso & engannato;44
     poi mise Conoscenza de pudore
     uedendose sì sozo & deformato;
     & nella fin glie dié gran Dolore
     che Dio haueua offeso per peccato.48
Vedendo l’Omo sé cusì sozato,
     comenza malamente a suspirare;
     la Compunctione gli fo a lato,

     gli occhi già non cessano de plorare;52
     la Penitenza col suo comitato
     entra nel cuore ad habitare;
     la Confessione sì ha parlato,
     ma en nulla guisa pò Dio satisfare.56
Cha l’Om per sé hauea facto lo tomo,
     per sé deueua far releuamento;
     per nulla guisa non trouaua el como,
     uenneglie de sé diffidamento;60
     l’angel non tenea d’aiutar l’Omo
     & non potea con tutto el suo conuento;
     Dio potea ben refar lo domo,
     ma non era tenuto per stromento.64
La Penetenza manda Oratione
     che dica a corte quel che è scontrato,
     com’ella sede en gran confusione,
     ché del satisfar troppo è l’Om priuato:68
     Misericordia peto & non Ragione
     & io la uoglio lei per aduocato;
     de lacrime gli faccio offertione
     del cor contrito et molto amaricato.72
La Misericordia entra en corte
     & la sua ragione sì ha allegato:
     mesere, io me lamento de mia sorte
     che la Iustitia sì me n’à priuato;76
     se l’Om peccò & fece cose torte,
     lo mio officio non c’è adoperato;
     me co l’Homo à ferito a morte
     de tutto mio honor sì m’à spogliato.80
Iustitia s’appresenta nante l Rege,
     a la questione fa responsura:
     mesere, a l’Hom fo posto la lege,
     uolsela sprezare per sua fallura;84
     la pena gli fo data & non se tege
     secondo la offensanza la penura;
     cerca lo iudicio & correge
     se nulla cosa è facta fuor mesura.88
Meser, non me lamento del iudicio
     ch’ello non sia facto con ragione;
     lamentome ch’io non ci agio officio,
     staragioce per zifra a la magione;92
     so demorata teco ab initio
     giamai non sentìe confusione;
     del mio dolor ueder ne poi lo ndicio
     quanto so amaricata & ho cagione.96

Lo Patre omnipotente en caritate
     lo suo uoler sì ha demostrato,
     et lo thesauro de la largitate
     a la Misericordia ha donato,100
     che ella possa far la pietate
     a l’Homo per cui è stata aduocato,
     et la Iustitia segga en ueritate
     con tutto lo suo officio ordenato.104
Lo Patre omnipotente, en chi è l potere,
     al suo figliolo fa dolce parlamento:
     o figliol mio, sommo sapere,
     en tene iace lo sutigliamento;108
     de raquistar l’Omo è en piacere
     a tutto quanto lo nostro conuento;
     tutta la corte farai resbaldire
     se tu uorrai sonar quello stromento.112
O dolce patre mio de reuerenza,
     ne lo tuo pecto sempre so morato,
     & la uirtute de la ubidenza
     per mene sì sera exercitato;116
     tròuemese albergo d’auegnenza
     là ue deggia essere albergato
     & io faraggio questa conuegnenza
     de conseruar ciascuna nel suo stato.120
Dio per sua bontà sì ha formato
     un corpo d’una giouene auenante,
     & poi che l corpo fo organizato,
     creocci l’alma en uno icto stante;124
     & enestante l’à sanctificato
     da quello original peccato ch’ante
     per lo primo homo era seminato
     en tutte le progenie sue afrante.128
O terra senza tribulo né spina,
     germinatrice de onne bon fructo,
     de uirtute & gratia sei pina,
     poneste fine ne lo nostro lucto;132
     li qual per lo peccato eramo en pina
     de Eua che mangiò lo ueto fructo;
     restauro de la nostra ruina,
     uergene Maria, beata en tucto.136
Como lo nemico inuidioso
     giua a l’omo primo per tentare,
     & como scaltrito & uitioso
     se fe’ a la moglier per engannare,140
     cusì lo Patre dolce pietoso

     sancto Gabriel uolse mandare
     a uergene Maria che staua ascoso
     per lo concepemento annuntiare.144
Aue piena di gratia en uirtute,
     enfra le femene tu sè benedecta!
     Ella, pensando de queste salute,
     de lo temore sì fo conestrecta.148
     Non te temere, cha en te son compiute
     omne prophetia che de te è dicta;
     conceperai & parerai l’aiute
     de l’humana gente ch’è sconficta.152
Del modo te demando co serane
     ch’io concepa essendo uergen pura.
     Lo spirito sancto sopra te uerrane
     & la uirtù de Dio farà umbratura;156
     sempre uergene te conseruarane
     & uergen hauerai sua genitura;
     ecco Elisabhet concepto hane
     essendo uechia & sterile natura.160
Nulla cosa è impossibile a Dio,
     ciò che glie piace esso pote fare;
     però consenti al consiglio sio
     & tu respondi & di’ ciò che te pare.164
     Ecco l’ancilla de lo Signor mio;
     ciò che tu dici en me deggia fare.
     & enestante Christo concepìo
     uergene stando senza dubitare.168
Como Adam en prima fo formato
     d’entacta terra, dice la Scriptura,
     cusì de uergen Christo fosse nato
     che per lui uenìa far la pagatura;172
     noue mesi ce stette albergato,
     nacque de uerno et nella gran freddura,
     nascendo en terra de suo parentato
     né casa li prestaro né amantatura.176
Cetto encomenzaro la uillanìa
     et la impietate et l’offensanza;
     de cielo en terra per l’omo uenìa
     a patir pena per l’altrui offensanza;180
     longo tempo gridammo el messia
     che riguarisse la nostra malanza,
     et ecco nudo iace nella uia
     et nul è che de lui aggia pietanza.184
Le Virtute ensieme congregate
     a Dio sì fanno grande lamentanza;

     meser, uedete la uiduitate
     ch’auen patuta per altrui offensanza;188
     ad alcuno sì ne desponsate
     che deggia hauer a noi pietanza,
     che obprobrio ne tolla & uilitate
     & rendane lo pregio & l’onoranza.192
Figliole mie, andate al mio dilecto
     ché allui ui uoglio desponsare;
     entro le soi mano sì ue mecto
     che con lui deggiàti reposare;196
     honore & pregio senza alcun defecto
     da tutta gente faroue mirare;
     et uoi el me renderite sì perfecto
     che sopra il ciel lo farò exaltare.200
Li Doni, odendo lo maritamento,
     curreno con grande uiuaceza:
     meser, noi que facemo a sto conuento?
     staremo sempre mai en uedoueza;204
     quigno parrà de noi star en lamento
     & tutta corte uiuer nalegreza?
     se noi ce sonarim nostro stromento
     tutta la corte terrimo en baldeza.208
O figlioli miei, sete adunati
     per rendere a la mia corte honore;
     or currete ensemora, abracciati
     lo mio dilecto figlio redemptore,212
     & le uirtute sì me exercitati
     en tutto compimento de ualore,
     sì che con loro beatificati
     siate nella corte de l’Amore.216
Le Beatitudine questo odenno,
     con gran uiuaceza uengon a corte:
     meser, le pelegrine a te uenenno
     albergane ché simo de tua sorte;220
     peregrinato hauemo state & uerno
     con molti amari dì & dure nocte,
     on hom ne caccia & pargli far gran senno,
     ché più semo odiate che la morte.224
Non si trouò nul homo ancora degno
     d’albergare sì nobile thesaro;
     albergoue con Cristo & dolue ’n pegno
     & uoi l’aueriti molto caro;228
     li fructi ue daragio poi nel regno,
     possederete tutto el mio uestaro,

     demostrariti Christo como segno:
     ecco lo mastro del nostro reparo.232
Lo nostro dolcissimo Redemptore
     a la Iustitia per l’Omo ha parlato:
     que ademandi a l’Hom peccatore
     che deggia fare per lo suo peccato?236
     recolta centro & suo pagatore
     de tutto quello che t’era obligato;
     aiutar lo uoglio per amore
     & de satisfare so apparecchiato.240
Mesere, se ue piace de pagare
     lo debito che per l’Omo è contracto,
     uoi lo podete, se uè piace, fare,
     ché sete Dio & homo però facto;244
     comenzato hauete a satisfare;
     uolentiere tieco faccio el pacto,
     ché tu solo sì me puoi placare
     & sì con tieco faccio lo contracto.248
O Misericordia, que ademanni
     per l’Omo per cui e’ stata auocata?
     meser, che l’Omo sia tracto de banni
     che sbandito fo de sua contrata;252
     tribulata sì so stata molt’anni,
     da poi che cadde, non fui consolata;
     tutta la corte si mo ci aremanni,
     se consoli me en lui compassionata.256
Ché la sua infirmitate è tanta,
     per nulla guisa se porrìa guarire;
     se omne lor difecto non t’amanta,
     de quil che fuoro & so & so a uenire,260
     potere, senno & la uoglia sancta
     de trasformare en omne suo deuere,
     consolarai poi me misera afranta
     che tanto ho pianto con amar sospiri.264
Sotilmente hai ademandato,
     ciò che demandi io sì uoglio fare;
     de l’amore sì so enebriato,
     che stolto me faragio reputare268
     a comparare sì uile mercato,
     a così gran prezo uolere dare,
     che l’Om conosca quanto l’aggio amato,
     morir ne uoglio per lo suo peccare.272
Mesere, ecco l’Omo sì sozato
     & de sì uilissima sozura;
     s’egli en prima non fosse lauato,

     non si porrìa soffrir la sua fetura.276
     or non se tarde ad esser medicato;
     se tu nol fai, non è chi n’aggia cura;
     da tutta gente sì è desperato
     et semiuiuo sta en gran frantura.280
Vno bagno molto pretioso
     aggio ordenato, al mio parire;
     che non sia l’Omo tanto salauoso
     che più che neue nol faccia parire:284
     lo baptesmo sancto glorioso,
     che d’omne male fa l’Omo guarire;
     chi se ne laua, serane auetoso,
     se non recade per lo suo fallire.288
Iustitia, odendo questo facto:
     mesere, io me uoglio satisfare;
     l’Omo sì farà meco el contracto
     che seruo se deggia confessare;292
     pensosse esser Dio rompendo l pacto,
     uoglio che se deggia humiliare,
     che fede me prometta & sirà acto
     ad omnia ch’io uoglia comandare.296
Respondi, Homo, & di’ ciò cche te pare,
     se uoli fare la promissione.
     meser, & io prometto de seruare,
     renunzo al demone & a sua magione;300
     fede te prometto conseruare
     en omne gente & en omne stagione;
     credo per fede poterme saluare
     & senza fede hauer dannatione.304
Meser, ecco l’Vomo baptizato,
     èglie oporto forza con mastrìa,
     che contra lo nemico sia armato
     che possa stare en sua cauallarìa;308
     ché lo nemico è tanto exercitato,
     uencerallo per forza o per falsìa;
     se da te non fosse confirmato,
     nestante sì pigliàra mala uia.312
Mesere, quando l’Hom fece fallanza
     sì me ferìo molto duramente,
     stoltamente pose sua speranza
     ch’io non farìa uendecta, al suo paruente;316
     uoglio che conosca la fallanza,
     & giammai non gli esca de mente,
     segno porti en fronte en remembranza
     quanto l peccato sì m’è dispiacente.320

Meser, uolontiere ne porto segno
     ch’io so reformato a tua figura;
     uedendome signato, lo malegno
     non ma’ potèra con sua fortura;324
     & io nella tua fronte croce segno
     de crismate salute a tua ualura;
     confòrtate, combatte ch’io do regno
     a quel ch’en mia schiera ben adura.328
La Misericordia è parlante:
     meser, l’Omo ha tanto degiunato,
     che se de cibo non fusse sumante,1
     la debeleza l’à già consumato;332
     & io li do lo mio corpo auenante,
     el sangue ch’è uscito del mio lato,
     pane & uino en sacramento stante
     che da lo preite sarà consecrato.336
Iustitia ce pete la sua parte:
     nante che l’Omo se deggia cibare,
     de caritate me farà le carte
     ch’esso Dio sopr’omnia deggi amare,340
     e l proximo con Dio abbracciarte
     & sempre omne suo ben desiderare.
     meser, & io prometto de ciò farte,
     ch’io ne so tenuto & deggiol fare.344
La Misericordia non fina
     ademandare la necessitate:
     meser, se l’Omo cadesse en ruina,
     como farìa de quell’enfermitate?348
     ordenata gli ho la medicina:
     la Penetenza, ch’è de tua amistate;
     se mai lo repigliasse la malina,
     recorra a lei, hauerà sanetate.352
Iustitia ce pete la sua sorte:
     meser, io deggio stare a questa cura;
     l’Omo me sosterrà fin a la morte
     a patir pena & omne ria sciagura.356
     meser, & io prometto de star forte
     ad omne pena non sia tanto dura;
     s’io obedisco, oprirai le porte
     del ciel qual perdei per mia fallura.360
Meser, l’Omo è uestito de cargne
     & nella carne pate grand’arsura;2
     se la concupiscentia lui affragne,
     dàglie remedio nella sua affrantura;364
     mogli’ e marito, ensemora compagne,

     usaranno enseme con paura
     che lor concupiscentia non cagne
     lo entellecto de la mente pura.368
Meser, se l matrimonio se usa
     con la temperanza che è uirtute,
     la sua alma non sirà confusa,
     & camperà de molte rei cadute.372
     mesere, la mia carne è uitiosa,
     sforzarolla a tutte mie ualute,
     perché la sua amistate m’è dannosa
     & molte gente son per lei perdute.376
La Misericordia non posa
     la necessitate ademandare:
     meser, ordenate questa cosa
     per chine sì se deggia dispensare;380
     auctoritate sì do copiosa
     ai preiti che lo deggian ministrare,
     de benedire & consecrare osa
     & de potere asciogliere & ligare.384
Iustitia, odendo questa storia,
     sì dice che nulla cosa uale,
     se de prudenza che uirtute floria
     non è uestito lo sacerdotale,388
     et d’essa sia adornata la memoria;
     homo ch’è preite salga septe scale,
     et sia spogliato d’onne mala scoria,
     ch’a terra non deduca le sue ale.392
La Misericordia, uedendo
     la battaglia dura del finire,
     li tre nemici ensemor conuenendo
     ciascuno sì la briga de ferire:396
     meser, dacce aiuto defendendo,
     che l’Omo se ne possa ben schirmire;
     olio sancto ne l’extremo ungendo,
     lo nemico non lo porrà tenire.400
Iustitia ce rieca una uirtute
     che molto bisogna a questo facto,
     la Fortetute, contra rei ferute
     sì ce speza & dice al gioco matto;404
     le Sacramenta, ensemor conuenute,
     con le Virtute hanno facto pacto
     de star ensieme & non sian deuedute,
     & la Iustitia sì ne fa l contracto.408
Iustitia sì ademanda l’acto
     de la uirtute en tutto suo piacere,

     & la Misericordia tal facto
     per nulla guisa nol pò adempire;412
     ma se con li Doni pò fare pacto,
     ha deliberato de exercire;
     ensemora domandan questo tracto
     a Christo che ce degia souenire.416
Ad exercitare la caritate
     lo don de sapientia c’è dato,
     & la speranza ch’è d’alta amistate,
     lo don de lo ntellecto c’è donato;420
     la fede che gli cieli ha penetrate
     lo don de lo conseglio c’è albergato;
     li Doni & le Virtute congregate
     ensemor hanno facto parentato.424
La Iustitia ed exercitare
     lo don de la forteza sì li dona;
     ma la Prudenza bella non ce pare,
     se l don de la scientia non sona;428
     la Temperanza non pò bene stare
     se l don de pietate non gli è prona;
     la Fortetute non pò ben andare
     se l don de lo timore non la zona.432
De la Fede & de lo Conseglio
     lo pouero de spirito è nato;
     Forteza & Timore fact’hanno figlio,
     beato mito en tutto desprezato;436
     Iustitia & Forteza, lor simiglio,
     beato lucto hanno generato;
     Prudenza & Senno hanno facto piglio,
     fame de iustitia han apportato.440
De la Temperanza et Pietate
     la Misericordia ne è nata;
     de lo ntellecto spene alta amistate
     mundicia de core hon generata;444
     de la Sapientia & Caritate
     la pace de core sì è tranquillata;
     or preghimo l’alta trinitate
     che ne perdoni le nostra peccata.448

  1. [p. 195 modifica]sumante: altroue era sagiante.
  2. [p. 195 modifica]pate grand’arsura: altroue era porta


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