< Lettere (Isabella Teotochi Albrizzi)
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XII XIV


Ad Antonio Canova[1]


Terraglio, 28 Settembre 1810.

Scrissi tosto al nostro De Non, e scrissi con tutto quel fervore che mi detta non solo il vivo e giusto suo desiderio, ma l’ardentissimo mio proprio ancora, ed io spero, fatta che sia la statua dell’imperatore, di vederla tosto ridonata a quel cielo di Roma che sì eloquentemente parla al suo cuore, ed alla sua immaginazione.

Ella sia però tranquillo, mio egregio Canova, che S. M. conoscendo perfettamente il cuore umano, e l’influenza della libertà, e del clima italico sopra le belle arti, proteggendole come egli fa, non vorrà certamente portar loro la massima offesa, infirmando comunque il libero corso del suo genio.

La mia famiglia, sensibile ai di lei cortesi saluti, la riverisce distintamente, ed io la prego di continuarmi la sua preziosa amicizia, e di credermi quale me le protesto

P.S. Francesconi e Franceschinis, che son quì da me, la riveriscono.

Mille saluti all’egregio suo fratello.

Non le parlo della deputazione dell’Accademia di S. Lucca, per non isdegnare la sua modestia, ma non posso a meno di dirle quanto io mi consoli degli onori che la gente si onora di renderle.

La sua ammiratrice ed amica
Isabella Teotochi Albrizzi.

Note

  1. Inedita al Museo e Biblioteca di Bassano. Questa lettera risponde a quella scritta all’Albrizzi, e pubblicata dal Barozzi a pagina 70 delle sue lettere ecc. - Firenze, Le Monnier, 1856. Vedi pagina 124 del presente studio.
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