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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
LI MONNI.
Che tt’impicci Fra Elia?! Tutti li grobbi1
che stanno sparzi pe’ li sette sceli2
sce se3 troveno ebbrei, turchi e ffedeli
come in ner nostro? Miserere nobbi!
Tu mme dichi una cosa che mme ggeli.
Vedi quanti Abbacucchi, quanti Ggiobbi,
quanti Santi Re Ddàvidi e Ggiacobbi,
e quanti Merdocchei, Caini e Abbeli!
Vedi quant’antre4 vecchie co’ l’occhiali!
quant’antri cappuccini co’ le sporte!
e cquant’antri peccati origginali!
Cristo! quant’antri re! quant’antre Corte!
freggna! quant’antri Papi e Ccardinali!
cazzo! quant’antre incarnazzione e mmorte!5
9 dicembre 1834
- ↑ Globi.
- ↑ Cieli.
- ↑ Ci si.
- ↑ Altre.
- ↑ Incarnazioni e morti. Tutti i plurali femminili escono in e presso il volgo romano.
Note
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