Questo testo è incompleto. |
◄ | Er Zagro Colleggio | Le raggione der Cardinale mio | ► |
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832
NISSUNO È CCONTENTO
Che nnova sc’è? nnun te l’avevo detto?
Nun zò ancora le bbujje1 terminate,
C’ariecchete st’antre chiacchierate2
Contro de sto governo poveretto.
Nun potenno ppiù avé cquadrini in Ghetto,3
Pe’ ppareggià l’introito co’ l’entrate
Voleveno aristrigne le mesate;
E ttutti s’arivorteno ar proggetto!
E ddisceveno jjeri scerti tali:
“Perchè a nnoantri soli sto bber fatto,
E sse pagheno poi li cardinali?„.
Ma cchi pparla a sto modo è un cazzo-matto;
E averìano d’intenne st’animali
Che cquella llì nun è mmesata: è ppiatto.4
Roma, 28 novembre 1832
- ↑ Romori liberali dell’anno 1831.
- ↑ Richiami, critiche, ecc.
- ↑ Ricinto degli Ebrei. Vedi su questo fatto i sonetti...
- ↑ Nome della paga cardinalizia.
Note
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.