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134 Giovanni Boccacci

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  Et verità né in facti né in parole5
  Hoggi si truova, et ciaschedun inchina
  All’avaritia sì com’a reina,
  La quale in tutto può ciò che la vuole.
Honestà s’è partita et cortesia,
  Et ogn’altra virtù è al ciel tornata,10
  Et insieme con esse leggiadria
  Dalle villane menti discacciata;
  Ma quanto questo per durar si sia,
  Iddio sel sa, ch’ad ogni cosa guata.


XCV.

Saturno al coltivar la terra puose
  Già lungo studio, et Pallade lo ingegno
  Ad le mecaniche arti, et Hercul degno
  Si fe’ di eterna fama l’orgogliose
  Fiere domando; et l’opre virtuose5
  De’ buon Romani el nome loro e ’l regno
  Ampliar ultra ad ogni mortal segno,
  Et Alexandro le imprese animose[1].
Così philosophia fece Platone,
  Aristotele et altri assai famosi,10
  Et Homero et Vergilio i versi loro.
  Hoggi seria reputato un montone
  Chi torcesse el camin da li studiosi
  Di perder tempo ad acquistar thesoro[2].


  1. «Le imprese animose fecero grande (ampliar) Alessandro.»
  2. Seguita il concetto nel XCVI; il legamento è anche materialmente espresso per mezzo della ripresa dell’ultimo emistichio.
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