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nore; la quale noi troviamo, prima, in altri luoghi dello stesso Dionisio, che l’ammette quando non ha più a propugnare l’indigenato; e poi in numerosi scrittori greci e romani anteriori e posteriori, Erodoto, Strabone, Plutarco, Cicerone, Orazio, Virgilio, C. Pedone Albinovano, Properzio, Seneca, Marziale, Stazio, Tacito, Giustino, Valerio Massimo, Velleio Patercolo, Plinio, Solino, Silio Italico, Tertulliano e Servio.[1] Certo, non credo che sia tradizione antica cori ben trasmessa, cosi ben dorata. Ma ei vi ha più; ella fu confermata da due’atti pubblici delle due nazioni consanguinee. Narra Tacito, che disputandosi tra le città d’Asia di nn tempio a porre a Tiberio vivente, quei di sardi (sede antica dei Lidii) profersero un decreto degli Etrusci che li riconosceano come « consanguinei. »[2] Ondechè, insomma, una tradizione di un’origine cosi lontana, che non sarebbesi gnari potuta immaginare se fosse stata falsa, una tradizione cosi serbata tanti secoli, cosi riconosciuta con atti pubblici, non mi pare possibile a rigettare; non lascia dubbio che la schiatta Tirrena primitiva in Italia venne di Lidia, dalla punta occidentale dell’Asia Minore. Del resto, se una tal tradizione è fuor d’ogni dubbio da accettare nelle sue generalità, non cosi in tutti i particolari; non in quello che il re Tirreno fosse fratello del re Lido, e figli ambi del re Ati, e via via. Questa è di quelle genealogie che connesse colla mitologia greca e romana posson esser false come essa, ovvero aver serbata qualche parte di verità, e ad ogni modo non importa guari. — Ma è problema storico tutt’altrimenti grave cercar della Tirrena, come delle altre genti primitive, la connessione ch’ella possa avere colla sola che sia genealogia veramente storica; cercare come ed a quale delle tre grandi famiglie umane ella appartenga. E prima tutte le tradizioni, tutte le filologie accennano essere state giapetiche tutte le grandi schiatte primitive italiche, e la Tirrena particolarmente. Ma poi, cercando nel solito gran documento genealogico di tutte le genti, nel capo X della Genesi, ei parmi che vi si trovi

  1. Fea, Storia dei vasi fittili dipinti.....colla relazione della Colonia Lidia ec., Roma 1832, pag. 8 e seg.
  2. Annales, lib. IV, § 55.
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