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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:499|3|0]]tori e poeti loro; e tanta cognizione avesse Calamide dei pregi d’un cavallo, quanta mostrarne seppero Orazio e Virgilio. I due cavalli posti sul Quirinale a Roma, e i quattro cavalli di bronzo sul portale della chiesa di san Marco a Venezia sono, a mio parere, quello che veder si può di più bello nel loro genere. Non v’è in natura una testa di cavallo più bella e più spiritosa che quella del cavallo di M. Aurelio. Belli erano i sei cavalli di bronzo, che stavano nel teatro d’Ercolano, sebbene piccoli e snelli, quali sono i cavalli barbari. De’ rottami di que’ cavalli ne è stato combinato uno intero, e posto nel cortile del museo reale a Portici[1], ove son pur due altri piccoli cavalli di bronzo, che possono annoverarsi tra i più bei monumenti di quella collezione: il primo col suo cavaliere fu trovato nel maggio del 1761. nelle ruine d’Ercolano[2]; ma le gambe mancavano sì ai cavallo che al cavaliere, e a questo mancava pure il braccio destro: se n’è altresì trovata la base con fregi d’argento. Il cavallo è lungo due palmi napolitani rappresentato in atto di galoppare, e attaccato al timone d’un cocchio[3]; ha d’argento gli occhi, e dello stesso metallo ha una rosa attaccata alla briglia sulla fronte, ed una testa di medusa fui pettorale: la briglia è di rame. La figura del cavaliere, che ha della somiglianza con Alessandro il Grande, ha pur gli occhi d’argento, e con un’argentea fibbia gli vien legato il manto sulla spalla destra: tien nella sinistra mano la guaina della spada[4], onde la destra, che gli manca, dovea naturalmente impugnare la spada nuda[5]; questa figura è alta un palmo


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  1. Bronzi d’Ercolano, Tom. iI. Tav. 66. Ivi pag. 255. n. 1. si dice dagli Accademici che è l'avanzo d’una quadriga, non di sei cavalli; e n. 4. che era rotto in 600. pezzi. Fu trovato nelle scavazioni di Resina poco distante dal teatro nel mese di maggio 1739.
  2. Ivi Tav. 61. e 62., ove alla pag. 225. n. 1. si dice che tu trovato ai 11. d’ottobre 1761. nelle scavazioni di Portici.
  3. È sostenuto da un timone navale di quella forma presso a poco, che suole vedersi nelle antiche navi, e in mano delle figure della Fortuna, alla quale forse alludeva; e alla Fortuna di Alessandro in ispecie.
  4. La tiene attaccata al petto sotto al braccio destro.
  5. Come la tiene al presente.
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