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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Storia delle arti del disegno.djvu{{padleft:528|3|0]]statua imperiale sedente colla testa di Claudio nella villa Albani: questa strascinar dovrebbe il paludamento, ossia la clamide; ma l’artista ha giudicato opportuno di gettarsene una parte su una coscia, per aver così occasione di formare una bella cascata di pieghe, e di non lasciare amendue le gambe egualmente scoperte, che sarebbe stata una specie di monotonia.

[Maniera di metterselo.] §. 28. Gli antichi metteansi e adattavansi (ἐπιβάλλεσθαι) in molte maniere il pallio: la più comune era di ripiegarne un quarto o un terzo; e quella parte, quando erasi messa indosso, servir poteva a coprirne il capo. Così Scipione Nasica, al dir d’Appiano, metteasi in capo il lembo della toga, κράσπεδον[1]. Presso gli antichi scrittori vien fatta menzione del manto addoppiato[2], che perciò doveva essere più grande dell’ordinario, e tal vedesi in alcune statue. Manto addoppiato hanno, fra le altre, le due belle statue di Pallade nella villa Albani: non l’hanno però messo attorno secondo il solito, ma passando loro sotto il braccio sinistro, e sotto l’Egida dinanzi e dietro, vien tirato fui petto, e pende poscia unito dall’omero destro[3]. D’un manto addoppiato dee probabilmente intendersi il doppio pallio de’ Cinici[4]; sebbene così addoppiato questo non sia nella statua d’un filosofo di quella setta di grandezza naturale nella mentovata villa[5]. Siccome i Cinici non portavano la tunica, avean maggior bisogno d’un pallio doppio; e tale spiegazione val


ben

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  1. de Bell. civ. l. 1. p. 359. D. [Laciniam toga rejecit in humerum, & caput.
  2. Polieno Stratag. lib. 4. cap. 14. Di veste duplice parla anche Polluce Onomast. lib. 7. cap. 13. segm. 47.
  3. Vedasi la Tav. XIII. Così presso a poco lo ha un’altra figura muliebre presso Montfaucon Antiq. expl. Suppl. Tom. iiI. pl. 11. n. 3.
  4. Horat. lib. 1. epist. 17. v. 25. [ È da osservarsi, che Winkelmann nei Monum. ant. par. iiI. cap. 9. pag. 228. non dice doppio, ma foderato questo pallio dei Cinici; come tale lo dice anche qui appresso nel capo iiI. §. 9. Ma o parlò opinando in tutti e tre i luoghi, o non badò nello scrivere.
  5. Questa statua si distingue per una gran bisaccia, simile al carniere d’un cacciatore, che dalla spalla destra vien a cadere lui fianco sinistro, per un bastone nodoso, e per un rotolo scritto che ha ai piedi.
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