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Al colonnello Francesco Martinengo
Sonetti - VII Sonetti - IX

VIII

Allo stesso.

     Poiché dal mondo al del, suo proprio albergo,
qual lampo a l’apparir tosto sparito,
è il saggio e valoroso Estor salito,
quasi l’ali impennando al lieve tergo,
     a te ’l ciglio devoto e la mente ergo,
Re celeste, invisibile, infinito,
e del suo gran valor, da noi partito, .
le guance smorte lagrimando aspergo.
     Dch! ripara, Signor, ai nostri danni,
la vita, a lui da morte acerba tolta,
del gran Francesco concedendo agli anni;
     che con l’altro fratei la doglia accolta
mostra nel volto e nei lugubri panni,
e gli occhi a sé d’ogni uom pietosi volta.

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