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A Giorgio Byron La mia bisaccia
Questo testo fa parte della raccolta V. Da 'Memorie e lagrime'

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UMANITÀ E MISTERO

Gelide lande, furiosi venti,
e facili aure e floride pianure:
gioco e riso di bamboli innocenti;
e procelle di pianto e sepolture;
candide preci e scherni sapienti;
liete speranze e visioni oscure;
e fremiti di tempo insofferenti;
e chiusi affetti e memori paure;
vita e morte dovunque, arbitrio e sorte;
lampi ed abissi, e sugli abissi il sole,
faro dell’universo, ombra di Dio;
ecco un giorno, ecco un altro, ecco la morte.
Tornate al nido, o povere parole:
cieca e superba polvere son io!

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