Questo testo è incompleto.
La lottaría nova La caccia der Padre Curato
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

ZIA.

     Che sse vojjino1 bbene, che da un mese
Lui se la porti a spasso oggni matina,
Che vvadino a ffà cquarche scappatina
Pe’ li macchiozzi de villa-bborghese,

     Sin qui cce sto:2 mma cche sse siino prese
Scert’antre3 libbertà, nnun me cammina.4
Questo, credete scerto, sora Nina,
Sò ttutte sciarle e invidie der paese.

     Pe’ llui,5 ppò ddarzi che jje l’abbi chiesta:
Ciaverà fforze provo:6 nun zaprei:
Ma in quant’a mmi’ nipote, è ttroppa onesta.

     E cche llui né ttant’antri sciscisbei
J’abbino mai potuto arzà la vesta,
Questo è ssicuro, e mme l’ha ddetto lei.7

18 giugno 1834

  1. Si vogliano.
  2. Sin qui ci convenga.
  3. Cert’altre.
  4. Non mi persuade.
  5. In quanto a lui.
  6. Ci avrà forse provato.
  7. Noi conosciamo e la buona zia e la buona nipote.

Note

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.