Questo articolo è stato co-redatto da Jill Newman, CPA. Con oltre 20 anni di esperienza nel settore della contabilità, Jill Newman lavora come Contabile Pubblico Certificato nell'Ohio. Ha ricevuto il titolo di Contabile Certificato dall'Accountancy Board of Ohio nel 1994.
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Il margine di contribuzione è un concetto usato spesso dai manager per analizzare la redditività dei prodotti. Per calcolare il margine di contribuzione di un singolo prodotto si utilizza la formula P – V, dove P è il costo del prodotto e V è il suo costo variabile (quello associato con le risorse usate per realizzare l'oggetto). In alcuni casi, questo valore può essere definito anche come margine operativo lordo di un prodotto.[1] Si tratta di un concetto utile per scoprire la somma di denaro che un'attività può guadagnare dalla vendita di un prodotto per coprire un costo fisso (che non varia secondo la produzione) e generare profitto.
Passaggi
Trovare il Margine di Contribuzione di un Prodotto
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1Determina il prezzo del prodotto. È la prima variabile da conoscere per calcolare il margine di contribuzione.
- Proseguiamo con un problema d'esempio. Immaginiamo di gestire un'azienda che vende palle da baseball. Se le vendessimo a 3€ l'una, 3€ sarebbe il prezzo di una palla da baseball.
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2Determina il costo variabile associato al prodotto. Si tratta dell'unica altra variabile di cui abbiamo bisogno per calcolare il margine di contribuzione. I costi variabili associati con un prodotto sono quelli che cambiano a seconda del numero di unità realizzate, come gli stipendi, i costi per i materiali, le bollette dell'energia e dell'acqua, ecc.[2] Maggiore è il numero di unità prodotte, più elevati sono questi costi — prendono il nome di costi variabili proprio per la loro natura mutevole.
- Nel nostro esempio dell'azienda che produce palle da baseball, immaginiamo che il costo totale della gomma e del cuoio usati per costruire le palle nell'ultimo mese sia di 1500€. Inoltre, le spese per gli stipendi dei dipendenti sono state 2400€ e le bollette dell'azienda sono costate 100€, per un totale di 4000€ di costi variabili. Se la società ha prodotto 2000 palle da baseball quel mese, il costo variabile di ciascuna palla è (4000/2000) = 2,00€.
- Nota che, in contrasto ai costi variabili, i costi fissi sono quelli che non cambiano secondo il volume della produzione. Ad esempio l'affitto pagato dalla società per l'uso dello stabile è lo stesso a prescindere dal numero di palle da baseball prodotte. Per questo rientra nei costi fissi, che non sono inclusi nel calcolo del margine di contribuzione. Altri costi fissi comuni sono le spese per edifici, attrezzature, brevetti, ecc.[3]
- Le bollette possono rientrare sia nei costi fissi che in quelli variabili. Ad esempio, la quantità di energia elettrica consumata da un negozio durante le ore di apertura è la stessa a prescindere dal numero di unità vendute. In un impianto manifatturiero, invece, il consumo di energia elettrica può variare a seconda del numero di unità prodotte. Determina se alcune delle bollette rientrano nella categoria dei costi variabili per il tuo caso in esame.
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3Sottrai il costo variabile unitario dal prezzo unitario. Quando conosci entrambi quei valori, sei pronto a calcolare il margine di contribuzione con una semplice sottrazione: prezzo – costo variabile. Il valore ottenuto rappresenta la somma di denaro, ricavata dalla vendita di un singolo prodotto, che la società può utilizzare per pagare i costi fissi e generare profitto.
- Nel nostro esempio, è facile trovare il margine di contribuzione di ogni palla. Sottrai semplicemente il costo variabile unitario (2€) al prezzo (3€) per ottenere (3 – 2) = 1€.
- Nota che, nelle applicazioni reali, il margine di contribuzione è una voce che è possibile trovare sul conto economico di una società, un documento pubblicato per gli investitori e il fisco.[4] [5]
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4Usa il margine di contribuzione per coprire i costi fissi. Un margine di contribuzione positivo è sempre un risultato desiderato: il prodotto recupera il proprio costo variabile e contribuisce (da cui il nome del valore) per una certa quota al pagamento dei costi fissi. Dato che i costi fissi non aumentano con la quantità di produzione, una volta che essi sono stati coperti, il margine di contribuzione dei prodotti venduti restanti si trasforma in puro profitto.
- Nel nostro esempio, ogni palla da baseball ha un margine di contribuzione di 1€. Se l'affitto dello stabile della società è di 1500€ al mese e non sono presenti altri costi fissi, è necessario vendere 1500 palle da baseball al mese per coprire i costi fissi. Superata quella quantità, ogni palla da baseball venduta genera 1€ di profitto.
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Usare il Margine di Contribuzione
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1Trova il rapporto tra margine di contribuzione e prezzo. Dopo aver trovato il margine di contribuzione di un prodotto, puoi usare questo valore per svolgere alcune semplici attività di analisi finanziaria. Ad esempio, puoi trovare il margine di contribuzione percentuale, un valore relativo, dividendo semplicemente il risultato ottenuto in precedenza per il prezzo del prodotto. Questa informazione rappresenta la porzione di ogni vendita che va a comporre il margine di contribuzione; in altre parole, la parte usata per pagare i costi fissi e generare profitto.[6]
- Nell'esempio precedente, il margine di contribuzione di una palla da baseball era 1€ e il prezzo di vendita 3€. In questo caso, il margine di contribuzione percentuale è 1/3 = 0,33 = 33%. Il 33% di ogni vendita permette di pagare i costi fissi e generare profitto.
- Nota che puoi trovare il margine di contribuzione per più prodotti dividendo il margine di contribuzione totale per il loro prezzo di vendita totale.
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2Usa il margine di contribuzione per una veloce analisi di pareggio di bilancio. Negli scenari finanziari semplificati, se conosci il margine di contribuzione di un prodotto di una società e i costi fissi che deve sostenere, puoi calcolare rapidamente se la compagnia genera profitto. Presumendo che la società non venda i propri prodotti in perdita, per generare profitto deve solo vendere una quantità sufficiente di unità per coprire i costi fissi; il prezzo dei prodotti è già superiore alla quota dei costi variabili; se la società vende una quantità di prodotti sufficiente a coprire i costi fissi, ogni ulteriore vendita genera profitto.[7]
- Ad esempio, ipotizziamo che la nostra società di produzione di palle da baseball debba sostenere costi fissi di 2000€ e non più di 1500€ come detto in precedenza. Se vendessimo lo stesso numero di palle, il ricavo sarebbe 1,00€ × 1500 = 1500€. Questo valore non è sufficiente per coprire i 2000€ di costi fissi, perciò la società ha il bilancio in rosso.
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3Usa il margine di contribuzione (anche nella sua forma percentuale) per fare delle critiche a un business plan. Questo valore può essere usato per prendere decisioni sulla gestione di una società, in particolare se essa non genera profitto. In questo caso, puoi usare il margine di contribuzione per creare nuovi obiettivi di vendita o per trovare metodi per ridurre i costi fissi o quelli variabili.
- Ad esempio, il valore può essere usato per individuare le voci di spesa che devono essere ridotte. Immaginiamo di avere l'incarico di correggere il buco di bilancio di 500€ del problema d'esempio precedente. In quel caso, ci sono diverse opzioni. Il margine di contribuzione di ogni palla da baseball è di 1€, perciò si potrebbe semplicemente provare a vendere 500 palle in più. In alternativa, si può provare a spostare la sede manifatturiera in uno stabile con un affitto più basso, riducendo i costi fissi, o anche utilizzare materiali meno costosi per abbassare i costi variabili.
- Ad esempio, se si riuscisse a ridurre i costi di produzione di ogni palla da baseball di 0,50€, il guadagno sarà di 1,50€ per palla invece di 1€, perciò il ricavo per la vendita di 1500 palle arriverebbe a 2250€, generando un profitto.
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4Usa il margine di contribuzione per dare la priorità ai prodotti più redditizi. Se la tua società vende più di un prodotto, il loro margine di contribuzione può aiutarti a decidere le quantità da creare di ognuno di essi. Questo è particolarmente importante se i prodotti utilizzano le stesse materie prime o gli stessi processi manifatturieri. In quei casi, devi dare la priorità a un prodotto, perciò dovresti scegliere quello con il margine di contribuzione più alto.[8]
- Ad esempio, ipotizziamo che l'azienda produca palle da calcio oltre che palle da baseball. Le palle da calcio hanno costi variabili più alti (4€), ma sono vendute a un prezzo di 8€, offrendo un margine di contribuzione più alto: 8 – 4 = 4€. Se le palle da calcio e quelle da baseball sono realizzate con lo stesso tipo di cuoio, si dovrebbe senza dubbio dare la priorità a quelle da calcio, che ottengono un margine di contribuzione di quattro volte superiore a quello di 1€ delle palle da baseball.
- L'aspetto più importante è che in questo caso le palle da calcio offrono un margine di contribuzione percentuale di 0,5 rispetto a quello di 0,33 delle palle da baseball. Questo significa che sono più efficienti per produrre profitto per la società.[9]
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Consigli
- Margine di contribuzione può significare margine di contribuzione come descritto nell'articolo o margine di contribuzione percentuale, secondo la fonte. Controlla l'unità di misura del valore per determinare a quale di essi fa riferimento la tua fonte; se il valore è espresso in euro, si tratta del margine di contribuzione qui discusso; se invece è una percentuale o un numero decimale puro, si tratta del margine di contribuzione percentuale.[10]
Riferimenti
- ↑ http://www.investopedia.com/terms/c/contributionmargin.asp
- ↑ http://economics.fundamentalfinance.com/micro_costs.php
- ↑ http://economics.fundamentalfinance.com/micro_costs.php
- ↑ http://www.myaccountingcourse.com/financial-ratios/contribution-margin
- ↑ http://www.investopedia.com/terms/i/incomestatement.asp
- ↑ http://www.investopedia.com/terms/c/contributionmargin.asp
- ↑ http://www.financeformulas.net/Contribution-Margin.html
- ↑ http://www.accountingtools.com/contribution-margin
- ↑ http://www.investopedia.com/terms/c/contributionmargin.asp