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Il giapponese presenta strutture linguistiche difficili per i non madrelingua. Tuttavia, se si esamina a fondo ciascuna parola, padroneggiarla diventerà più facile. Questo articolo illustra i diversi vocaboli usati per dire "sorella" nel Paese del Sol Levante e spiega come pronunciarli.
Parte 1
Parte 1 di 6:
Oneesama - "Sorella Maggiore" (Estremamente Educato)
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1Oneesama è la forma più rispettosa in assoluto per rivolgersi a una sorella maggiore. Non è però un vocabolo che si utilizzerebbe nella vita quotidiana. Si potrebbe usare nei seguenti casi: vuoi scusarti con tua sorella per averle arrecato una grande offesa, la ammiri o sei una persona che si esprime in un modo particolarmente educato in qualsiasi situazione.
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2Scomponila. Considera gli elementi che costituiscono la parola. In giapponese gli onorifici (suffissi che indicano posizione sociale e grado di rispetto) sono molto importanti, quindi è meglio comprenderli.
- O-. Questo prefisso denota rispetto. È facoltativo per esprimere altre forme della parola "sorella", ma nel caso di oneesama no.
- -sama è l'onorifico più rispettoso in assoluto all'interno della lingua giapponese di comune utilizzo. Serve a sottolineare che la persona che parla ha una posizione di inferiorità rispetto al soggetto a cui fa riferimento. In italiano si può tradurre spesso con parole come "signore" o "signora" (si usa per qualsiasi genere in giapponese).
- Se ometti la o- e conservi il suffisso -sama, otterrai la parola neesama, anch'essa traducibile come "sorella maggiore".
- Ne o nee si trova in tutte le parole giapponesi usate per riferirsi a una sorella maggiore.
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3La o si pronuncia proprio come in italiano.
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4Anche -nee- si legge proprio come si scrive, l'importante è assicurarsi di allungare bene la vocale finale. Ricorda che è formato da due sillabe: -ne- ed -e-.
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5Lo stesso vale per la sillaba finale, ovvero sama: si legge come si scrive.
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6Unisci le sillabe. Il giapponese va parlato con un'intonazione minima, quindi non devi enfatizzare alcuna sillaba. Il suono dovrebbe essere quasi monotono.Pubblicità
Parte 2
Parte 2 di 6:
Oneesan e Neesan - "Sorella Maggiore" (Educato)
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1Scomponi in due parti la parola oneesan.
- Oneesan denota una maggiore educazione grazie al prefisso o-.
- -san è un onorifico da usare con persone che rivestono la stessa posizione sociale o con cui si ha poca confidenza.
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2La o- e la sillaba -nee- vanno pronunciate come descritto nella prima sezione.
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3Pronuncia la sillaba finale: -san. Si legge così come si scrive. È questo uno dei vantaggi del giapponese. I suoni si pronunciano quasi sempre nello stesso modo, senza variazioni, salvo eccezioni.
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4Unisci le sillabe.Pubblicità
Parte 3
Parte 3 di 6:
Oneechan e Neechan - "Sorellona" (Informale)
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1Scomponi la parola.
- -chan è un onorifico usato quasi esclusivamente per le donne. È informale, amichevole e tenero. Si può usare per rivolgersi a un bambino, oppure una scolaretta potrebbe utilizzarlo per rivolgersi alle sue amiche più care.
- Il prefisso o- denota rispetto. Combinato con l'amichevole -chan dà un pizzico di riverenza alla parola.
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2La parola si legge proprio come si scrive, con un'unica eccezione: il suono "ch" va pronunciato come nel vocabolo italiano "cena".
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3Unisci le sillabe.Pubblicità
Parte 4
Parte 4 di 6:
Ane - "Sorella Maggiore"
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1Anche la parola ane significa "sorella maggiore", ma ha un'accezione diversa. Le forme esaminate finora vengono usate per rivolgersi alla propria sorella, mentre ane si utilizza per parlare della propria sorella.
- Osserva che si ripete la sillaba -ne-, in comune con le altre parole viste finora.
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2La parola si legge così come si scrive.Pubblicità
Parte 5
Parte 5 di 6:
Aneki - "Sore'" (Informale)
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1Questa forma si usa per le interazioni particolarmente informali. È anche un vocabolo appartenente allo slang utilizzato per riferirsi a un membro femminile di una banda, ma non è questa la sede idonea per approfondirlo.
- La sillaba ane si pronuncia così come si scrive.
- Lo stesso vale per ki.
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2Unisci le sillabe e pronuncia la parola: aneki.Pubblicità
Parte 6
Parte 6 di 6:
Imouto - "Sorellina"
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1La parola imouto significa "sorellina". Solitamente i fratelli e le sorelle maggiori si rivolgono a quelli minori per norme, quindi questo vocabolo non è poi tanto importante.
- Non usare suffissi come -chan o -kun. Si aggiungono alla parola imouto solo quando si assume un atteggiamento scortese o di superiorità nei confronti della propria sorella.
- Quando parli della sorella minore di qualcun altro, aggiungi il suffisso -san.
- La sillaba -ou- va pronunciata come se fosse una "o" allungata.
- Le altre sillabe si leggono proprio come si scrivono.
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2Unisci le sillabe.Pubblicità
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