Questo testo è completo, ma ancora da rileggere. |
MEDAGLIE ITALIANE DEL 1890
(Continuaz., vedi Fasc. II, Anno V, 1892)
II.
I lettori della Rivista vorranno probabilmente sapere la ragione per la quale, dal fascicolo II, anno 1892, io non mi sono fatto più vedere su queste colonne a compiere la mia modesta rassegna delle medaglie italiane moderne, contemporanee.
La colpa è stata tutta di una medaglia, una sola medaglia, che d’un tratto e bruscamente mi ha distolto per un poco da tutte le altre — la medaglia da deputato.
Trascinato, il novembre 1892, nell’ingrata baraonda parlamentare, ho dovuto lasciare in sospeso tante care cose, e rinunziare a tante quete e geniali occupazioni ed abitudini, fra l’altre, questa di studiare tranquillamente la cronaca dei fatti salienti della vita italiana attraverso le medaglie che ce li ricordano.
Rubo ora un poco di tempo alle vacanze parlamentari, che stanno, pur troppo per terminare, e riprendo la rivista al punto in cui la lasciai nel giugno del 1892.
Al N. 20 della prima parte del precedente articolo ho descritto due medaglie ricordanti l’Esposizione Beatrice tenutasi in Firenze nel maggio-giugno del 1890. A quelle due dobbiamo aggiungere quest’altra:
28. — Diam. mm. 50.
- D/ — In alto, ad arco, in cerchio rilevato, fra due rosette:
- ESPOSIZIONE BEATRICE. Sotto, ad arco, nello stesso cerchio rilevato: FIRENZE MAGGIO-GIUGNO MDCCCXC Nel campo, busto a sinistra, testa laureata e velata di Beatrice. In giro, ai lati: LUCE INTELLETTUAL - PIENA D’AMORE. Nel taglio del busto: Luigi Giorgi f.
- R/ — Puppo nudo, alato, stante di prospetto, portando davanti a se una targa sagomata, liscia, terminata ai lati da ornati a guisa di conchiglie. In alto, ad arco: RICORDO ALLE — ESPOSITRICI. Nello sfondo la veduta del palazzo della Signoria e di Santa Maria del Fiore col campanile di Giotto. Sotto la linea dell’esergo: Luigi Giorgi f.
Questa medaglia, nel cui diritto si vede riprodotto il ritratto della Beatrice uguale a quello portato dalla medaglia descritta al N. 20, venne incisa dal valentissimo cav. Giorgi di Firenze, e venne messa in commercio come ricordo alle Espositrici. Si vendeva a L. 6 per ogni esemplare di Bronzo dorato; e costava L. 7 per quelle espositrici che sulla targa del rovescio volevano inciso il proprio nome.
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Nel maggio del 1890 faceva ritorno in Italia il viaggiatore africano capitano Gaetano Casati, di Monza, per dieci anni rappresentante in Africa della milanese Società di esplorazione commerciale in Africa; degno continuatore dell’opera di Gustavo Bianchi, ed emulo e compagno di Stanley, di Emin Pascià, di Antonelli, di Cecchi, ecc.
Il 19 luglio al Casati veniva in Milano offerto un solenne banchetto; e in una solenne riunione della Società d’esplorazione milanese gli veniva offerta, in esemplare d’oro, la seguente medaglia: 29. — Diam. mm. 50.
- D/ - In giro: SOCIETÀ D’ESPLORAZIONE COMMERCIALE IN AFRICA. Sotto, fra due stellette: MILANO. Cerchio di perline, e nel campo, stante, di prospetto, l’Italia turrita, irradiata da stella raggiante, fra emblemi di commercio, additando con la destra il territorio africano. Sotto la linea dell’esergo, a destra: Grazioli.
- R/ — Nel campo, in undici linee: A — GAETANO CASATI – PER UN DECENNIO - DELEGATO DELLA SOCIETÀ IN AFRICA – AUDACE NELLE ESPLORAZIONI – INDOMITO NELLE SOFFERENZE – COLLA EPOPEA DI UADELAI COPRÌ DI GLORIA – IL – NOME ITALIANO. Sotto, scudo barocco con la data: MILANO 1890; fra due rami di alloro e di quercia.
Questa medaglia, che ricorda i servigi resi in Africa dal Casati ai commerci italiani, e segnatamente il valore della sua condotta nella difesa di Uadelai con Emin Pascià — venne presentata al Casati insieme a bella pergamena pregievole lavoro del pittore Lodovico Pogliaghi.
Il conio del diritto della medaglia è il medesimo che la Società Commerciale d’Esplorazione in Africa, avente sede in Milano, fece incidere nel 1881 per la medaglia che allora fu offerta al compianto Gustavo Bianchi. Il conio del rovescio fu inciso nell’officina Johnson dove la medaglia venne coniata in un esemplare in oro, pel Casati, ed in pochissimi esemplari di bronzo.
Al Casati furono poi offerte medaglie — al suo ritorno in Italia — dalla Società Africana d’Italia sedente in Napoli e dalla Società Geografica Italiana sedente in Roma.
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Ai 17 luglio del 1890 faceva ritorno a Ravenna da Roma, dopo breve assenza, l’arcivescovo Galeati, e ritornava insignito della porpora cardinalizia. Per l’alta dignità conferita dal papa all’arcivescovo furono celebrate straordinarie feste in Ravenna, per iniziativa del clero, in mezzo al quale erasi costituito apposito comitato, presieduto da monsignor Ghiselli, arcidiacono della metropolitana e vicario generale dell’archidiocesi di Ravenna.
Le feste durarono otto giorni, e il 23 luglio — festa di Sant’Apollinare, patrono di Ravenna — si presentò una commissione del clero al Cardinale Arcivescovo, mentre ritornava ai propri appartamenti dall’avere celebrato solenne pontificale alla metropolitana, e gli presentò in molte copie di bronzo, ed altre di argento e di oro la medaglia seguente:
30. Diamm. mm. 44.
- D/ — Busto a sinistra con zucchetto, mozzetta, catenella e croce al collo. In giro, ai lati: SEBASTIANUS GALEATIUS — CARD. ARCHIEP. RAV. Sotto il busto a destra: Johnson.
- R/ - Nel campo, in dieci righe: PARENTI OPTIMO - AD CELEBRITATEM DIEI – IX KAL. JUL. A. MDCCCXC QUO A LEONE XIII P. M. – CARDINALIS RENUNCIATUS EST - KLERUS EX UNIVERSA DIOEC. – PRAEEUNTE ORDINE SUPREMO – CANONICORUM – L. L. DICAVIT.
Questa medaglia fu incisa e coniata nello stabilimento S. Johnson di Milano: il ritratto del Cardinale Galeati vi è rassomigliantissimo; le epigrafi latine furono dettate dal prof. mons. Davide Farabulini. Sette esemplari della medaglia, e cioè, uno d’oro, due d’argento, quattro di bronzo — disposti in apposito elegante astuccio — furono inviati dal comitato al Cardinale Rampolla, segretario di Stato, perchè li rassegnasse a Papa Leone XIII, che fece scrivere dal Cardinale Rampolla una lettera dì aggradimento indirizzata al presidente del comitato, mons. Ghiselli.
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L’8 agosto 1890, ricorrendo il primo anniversario dalla morte di Benedetto Cairoli, veniva pubblicata in Roma dall’incisore Cav. Giovanni Vagnetti la medaglia seguente:
31. Diam. mm. 63.
- D/ — Busto nudo a sinistra di Benedetto Cairoli. Sotto il taglio della spalla, a destra: Giov. Vagnetti fece in Roma 1890. In giro, ad arco, pei due terzi superiori della medaglia: LA GRECIA EBBE I SUOI LEONIDA, ROMA ANTICA I SUOI FABI E L’ITALIA MODERNA I SUOI CAIROLI. - G. GARIBALDI - AI VOLONTARI - 2 NOV. 1867. Nel terzo inferiore della medaglia, in giro: NATO A PAVIA 28 GEN. 1825. - M. NELLA REGGIA DI CAPODIMONTE 8 AGOS. 1889.
- R/ — Disposti in giro, ad uguali distanza, i cinque stemmi, da sinistra, di Pavia, Roma, Groppello, Savoia e Sicilia. Fra uno stemma e l’altro: ERNESTO - N. A PAVIA 20 SET. 1832 - M. A VARESE 26 MAG. 1859. - LUIGI N. A PAVIA 9 LUG. 1839 - M. A NAPOLI 18 SET. 1860. - ENRICO - N. A PAVIA 6 FEB. 1849 - M. A VILLA GLORI 23 OTT. 1867. - GIOVANNI - N. A PAVIA 27 LUG, 1844 - M. A BELGIRATE 11 SETT. 1869. Sullo stemma di Groppello, che è quello in basso, un lambello portante il nome di ELENA (contessa Sizzo) moglie di Benedetto Cairoli. Nel campo, in undici righe: BENEDETTO CAIROLI - COSPIRATORE SOLDATO - LEGISLATORE MINISTRO - EBBE E MERITÒ IL NOME - DI CAVALIERE D’ITALIA - PER LA GLORIA AMMIRATO - PER LA VIRTÙ AMATO QUANTO NIUN ALTRO MAI - NEL PIANTO DELLA PATRIA - PASSÒ ALL’IMMORTALITÀ - FEDERICO NAPOLI DETTÒ.
Questa medaglia, eseguita con la maestria nota dal Cav. Giovanni Vagnetti in Roma, fu coniata nell’officina di Lorenzo Gori in Firenze. Ne furono fatti soli quattro esemplari in argento, e 50 in bronzo; e ne furono presentati degli uni e degli altri a donna Elena Cairoli ed a Sua Maestà il Re, onde l’artista Vagnetti ne ebbe lettere di encomio e congratulazione.
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Nell’agosto Siena inaugurava alla memoria di Re Vittorio Emanuele II degno monumento, sotto forma di un grandioso salone artistico. Per questa festa del patriottismo e dell’arte venivano coniate, a ricordo, dal bravo incisore bresciano, residente a Siena, signor Ciocchetti, le due medaglie seguenti:
32. Diamm. mm. 20 (con appiccagnolo ed anellino).
- D/ — Testa nuda del Re a destra. In giro: VITTORIO EMANUELE II.
- R/ — In alto, ad arco: INAUGURAZIONE. Nel campo, in tre righe: DELLA SALA - MONUMENTALE - SIENA. Sotto, ad arco: 16 AGOSTO 1890.
33. Diamm. mm. 48.
- D/ — Testa nuda del Re a sinistra. In giro, ad arco: VITTORIO EMANUELE II. Sotto al taglio del collo: Ciocchetti.
- R/ — In giro, ad arco, nella metà superiore, fra due stellette: INAUGURAZIONE DELLA SALA MONUMENTALE. In giro, ad arco, nella metà inferiore: SIENA XVI AGOSTO MLCCCXC. Cerchio periato, chiudente il campo, in mezzo al quale in due righe: L’ARTE — ALLA GLORIA.
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Un altro monumento a Vittorio Emanuele II veniva inaugurato in Firenze il 20 settembre 1890, in forma di statua equestre, molto discussa, del Zocchi.
L’inaugurazione ci è ricordata da due medaglie; la prima delle quali, ufficiale, distribuita dal Comitato ordinatore della festa, fu incisa dal bravo incisore Adolfo Farnesi di Lucca, ed è la seguente:
34. Diam. mm. 52.
- D/ — Busto di prospetto, un poco a sinistra di Re Vittorio Emanuele, testa nuda, in uniforme da generale, con collare della SS. Annunziata e decorazioni. Sotto, a destra: A. Farnesi fece.
- R/ — Corona di due rami di alloro e di quercia, aperti in alto, annodati da nastro. in basso. Nel campo, in cinque righe: XX SETTEMBRE MDCCCXC - ANNIVERSARIO MEMORABILE - FIRENZE INAUGURAVA - IL MONUMENTO A VITTORIO EMANUELE - PRIMO RE D’ITALIA.
La seconda venne incisa, crediamo noi, a giudicarne dal tipo, e dalla minuta finitezza del disegno, dal valentissimo Giorgi di Firenze, ed ebbe carattere di medaglina popolare alla portata di tutti.
35. Diam. mm. 23 (con appiccagnolo ed anellino).
- D/ — Testa nuda a destra di Re Vittorio Emanuele. In giro, da sotto: INAUGURAZ. DEL MONUMENTO A VITT. EM. II. Perlina.
- R/ — Nel campo, giglio bottonato e fiorito di Firenze. In alto, ad arco: FIRENZE. Sotto, in giro: 20 SETTEMBRE 1890.
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Ma la data del 20 settembre, acquisto di Roma capitale al regno d’Italia, fu celebrata da un’altra bella medaglia in onore del tenente generale Raffaele Cadorna, che nella conquista di Roma ebbe primissima parte militare e politica.
La medaglia, dovuta al bulino del Cav. Giovanni Vagnetti di Roma, è la seguente:
36. Diam. mm. 56.
- D/ — Busto a destra, testa nuda; uniforme con decorazioni. Sotto: Giov. Vagnetti fece in Roma 1890.
- R/ — In tredici righe nel campo: AL GENERALE — SENATORE RAFFAELE CADORNA - CHE COMBATTUTE CON ONORE - TUTTE LE GUERRE NAZIONALI ~ COMANDÒ LE ARMI - CHE RESERO ALL’ITALIA ROMA SUA CAPITALE - E VI INSTAURÒ IL GOVERNO CIVILE - FINCHE IL PLEBISCITO NON LA FECE PARTE DEL REGNO - NEL VENTESIMO ANNIVERSARIO - DI QUEL PRIMO FATTO MEMORABILE - LA NAZIONE RICONOSCENTE. - IL 20 SETTEMBRE 1890. - Senatore Marco Tabarrini dettò.
Anche questa medaglia fu coniata a Firenze nello stabilimento di Lorenzo Gori; se ne fecero otto esemplari in argento, per S. M. il Re, per il Ministero dell’Interno, per quello degli Esteri, per il Municipio di Roma, e la famiglia Cadorna ne richiese 14 di bronzo. La medaglia poi fu messa in vendita dall’incisore Cav. Giovanni Vagnetti al prezzo di L. 10, al pari di quella coniata in memoria di Benedetto Cairoli.
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Un’altra medaglia politica porta la data del settembre 1890, ma non fu consegnata al personaggio cui era dedicata — Francesco Crispi — che nel dicembre 1890.
La medaglia fu fatta dal milanese Luigi Broggi di propria iniziativa, fu presentata a Crispi — allora presidente del Consiglio dei ministri e ministro per gl’interni e per gli affari esteri — in esemplare di argento e di bronzo, ed è la seguente:
37. Diam. mm. 65.
- D/ — Cerchio perlato. Nel campo, busto a sinistra, testa nuda, abito civile di Francesco Crispi. Sotto al busto: Luigi Broggi di Milano incise e dedicò.
- R/ — Cerchio perlato. Nel campo in dicianove righe: A - FRANCESCO CRISPI - PER LA LIBERTÀ ED UNITA D’ITALIA - IN PATRIA E NELL’ESILIO - PROPUGNATORE COSPIRATORE - NEL MDCCCLX - DELL’EROICA SPEDIZIONE DEI MILLE - ANIMATORE FIDENTE - PER TRENT’ANNI NEL PARLAMENTO - DI LAICHE RIVENDICAZIONI - DI NUOVI ORDINAMENTI - PROMOVITORE AUDACE E FIERO - DALL’AGOSTO MDCCCLXXXVII PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI - MINISTRO PER GLI AFFARI INTERNI ED ESTERNI - NELLA ENERGIA DEL PROPUGNARE E DEL VOLERE - NELLA FEDE IN SE E NELLA PATRIA - SEMPRE UGUALE - SETTEMBRE MDCCCXC.
L’epigrafe, per desiderio dell’incisore, fu dettata da chi scrive queste note, e letta ora, che la fortuna politica di Crispi non è più all’apogeo, non sembrerà dettata da altro sentimento che quello della verità, vergine di servo encomio.
Nel 1890 un’altra medaglia fu presentata all’on. Crispi dalla Società dei superstiti del 4 aprile 1860. La ragione dell’omaggio risulta dal seguente documento:
" Società Supestiti dal 4 aprile 1860. — Palermo.
- " Excellenza,
" Questo sodalizio memore della tenacità colla quale nel 1848 V. E. difese i diritti dell’oppressa Isola nostra, dei sacrifizi sofferti nel lungo periodo della restaurazione, della persistenza unica colla quale vennero nelle varie legislature italiane sostenuti e patrocinati i diritti del popolo; ammiratore sincero e profondo della ferma politica, mercè la quale è stata durante il Governo di V. £., sollevata la dignità italiana in faccia agli stranieri, e tutelato all’interno l’ordine senza violazione delle franchigie costituzionali, nella seduta del 4 corrente ha deliberato offrire a V. E., una medaglia che attesti la reverenza profonda dei suoi componenti e l’ammirazione al suo Illustre Presidente onorario, disponendo che una commissione composta dai sottoscritti soci si rechi in Roma a presentarla a V. E.
" E noi convinti che mai manifestazione sia stata meglio che questa sinceramente meritata, ascriviamo a somma ventura l’essere stati prescelti a sì gradito ufficio, augurandoci che V. E. vorrà gradire questo modesto dono come affermazione sincera e sentita dei sentimenti che legano i superstiti del 4 aprile 1860 al cospiratore, al soldato, allo statista, al capo della democrazia italiana.
" Voglia intanto, Eccellentissimo signore, accogliere le manifestazioni del profondo rispetto
" dei suoi devotissimi " Domenico Cortegiami, Salvatore La Playa, " Rumbolo Antonino, Vito di Giorgio. |
«A. S. E. " Il Presidente dei Ministri „. |
Non ci fu però possibile, nonché avere, nemmeno vedere la medaglia, né conoscerne le caratteristiche ed il diametro. — Il giornale La Riforma di Roma, del 27-28 maggio 1890, disse solamente che le inscrizioni portate dalla medaglia sono queste: LA SOCIETÀ DEI SUPERSTITI DEL 4 APRILE 1860 - A - FRANCESCO CRISPI - COSPIRATORE ESULE - SOLDATO STATISTA - CHE L’ITALIA RISOLLEVÒ A DIGNITÀ - 27 MAGGIO 1890 - 1848-1849 - 1859-1860 - 4 APRILE 1887.
I quattro anni 1848, 1849, 1859, 1860, ricordano i rivolgimenti politici ai quali Crispi vivamente partecipò; il 4 aprile 1887 è la data del giorno nel quale Crispi entrò come ministro per gl’interni, nel ministero presieduto dal Depretis, al quale succedette il 7 agosto 1887, dopo che Depretis era morto il 29 luglio.
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Va registrata fra le medaglie del 1890 un’altra medaglia politica — in onore di Terenzio Mamiani — sebbene essa porti la data del 1885.
Quando, il 21 maggio 1885, morì in Roma Terenzio Mamiani Della Rovere, nativo di Pesaro, le rappresentanze politiche ed amministrative della Regione Marchigiana deliberarono che fosse coniata in memoria di lui una medaglia, e l’esecuzione ne fu affidata a quel valentissimo ed originale artista che fu Luciano Bizzarri, di Macerata, avente studio in Roma, e troppo presto rapito, due anni sono, all’affetto dei suoi ed all’orgoglio e alle speranze dell’arte.
La medaglia non fu potuta compiere dal Bizzarri prima del maggio 1890; fu coniata nella zecca di Roma, ed è la seguente.:
38. Diam. mm. 50.
- D/ — Busto di prospetto, testa nuda a destra, fra due rami di quercia incrociati. Sotto a sinistra: L. Bizzarri. In giro: A TERENZIO MAMIANI MORTO IN ROMA IL XXI MAGGIO MCCCLXXXV.
- R/ — Ghirlanda di alloro, alla quale è sovrapposta, in tutta la parte centrale del campo, una cartella di stile classico, portante in quattro righe: I MARCHIGIANI — NEL QUINTO ANNO DALLA MORTE - CONVENUTI IN PESARO - AL SUO SEPOLCRO.
Il primo esemplare, in oro, di questa medaglia fu presentato in Roma, a Sua Maestà il Re il 21 maggio 1890, dai deputati al Parlamento on. Vaccai (Pesaro), on. Elia (Ancona), on. Zucconi (Camerino), on. De Dominicis (Ascoli Piceno). Ne fu coniato un esemplare in oro per la vedova del Mamiani; alcuni in argento per le provincie offerenti, e 50 in bronzo per municipii, istituti scientifici, ecc.
La medaglia fu modellata dal Bizzarri con un verismo pieno di ardimento, che si riscontrano in altre opere di lui.
Diciamo qui, di passata, che un’altra medaglia fu dedicata a Terenzio Mamiani, lui vivo, dalla Provincia di Pesaro–Urbino, il 3 settembre 1879, ventesimo anniversario della liberazione delle Marche dalla signoria pontificia.
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La serie delle medaglie politiche del 1890 si chiude con la medaglia coniata per la nuova legislatura parlamentare. La Camera dei Deputati fu sciolta dal ministero Crispi con reale decreto del 3 agosto 1890; furono convocati gli elettori per il 23 e 30 novembre 1890; e la nuova legislatura fu convocata, per la seduta reale, il 10 dicembre 1890. La medaglia distribuita ai deputati è del tipo seguente.:
39. Diam. mm. 20.
- D/ — Testa nuda a sinistra. In giro, ai lati: UMBERTO I — RE D’ITALIA. Sotto: Speranza.
- R/ – In alto, ad arco: CAMERA DEI DEPUTATI. In basso, ad arco: LEGISLATURA XVII.
Nel campo del rovescio, liscio, fra le due diciture, superiore ed inferiore, ad arco, va in linee dritte il nome e cognome del deputato cui la medaglia è assegnata. Non si dà la medaglia se non quando la elezione è stata convalidata. La consegna della medaglia viene fatta dalla Questura della Camera contro ricevuta; la medaglia è in oro; costa L. 23, ed è data gratuitamente al deputato, computandosi la spesa a carico del bilancio della Camera. Chi la perde, può averne un’altra, ma a proprie spese.
Le medaglie dei Deputati, e dei Senatori, sotto Carlo Alberto e nella prima legislatura del regno di Vittorio Emanuele II, erano d’argento, e del diametro di 55 mm. Non erano atte a portarsi, e fino dal 1851 furono distribuite del diametro di 20 mm., in oro, con maglietta. Nei primi anni del Risorgimento nella maglietta era infilato un nastro di seta dai colori nazionali; ma essendo prevalso l’uso di portare la medaglia, anziché all’occhiello dell’abito o sul petto, appesa alla catenella dell’orologio, il nastro di seta non fu più distribuito.
Una volta il nome e cognome del deputato erano incisi a mano sul rovescio; ora sono coniati. Questa innovazione fu introdotta nel 1886.
Le medaglie sono incise nella zecca di Roma, dal regio incisore Cav. Speranza, ed ivi coniate.
⁂
Chiuderemo questa rivista con due medaglie private, personali.
La prima è quella fatta coniare da Monsignor Luigi dei conti Pila Carocci. Il Pila Carocci è uno dei più anziani e distinti prelati della Curia Romana, presso la quale è decano della Segnatura papale di Giustizia. Monsignor Pila Carocci compiva nel settembre 1890 il 50° anno di suo sacerdozio, e per tale lieta sua ricorrenza fece coniare la medaglia seguente:
40. Diam. mm. 52.
- D/ — Busto a sinistra, testa nuda, abito talare. In giro, da sotto: ALOISIUS COM. PILA CAROCCI PAT. SPO. AB. SSM. SAL XXI SEPT. MDCCCXC PR. A. L EXPL. Rosetta. Nel campo, sotto il busto, a destra: Speranza.
- R/ — Veduto da sinistra, il tempio a Giove Clitunno presso Spoleto. Nell’esergo: + RESTITUTUM - A. MDCCCLVIII — XC + In giro, in cerchio rilevato, da sotto: TEMPLUM AB. SSMI SAL. IN PISSINA JANI SPOLETI OLIM. JOVI CLITUMNO DICATUM. Stelletta a sei punte.
Clitunno e i suoi tempietti furono celebrati, presso gli antichi, da Virgilio, Properzio, Giovenale, Plinio, Svetonio; e, ai nostri tempi, da Byron, dal Rutili, e da Carducci che nella sua lirica bella sulle fonti del Clitunno così saluta:
Salve Umbria verde, e tu dal scuro fonte
Nume Clitunno.
Le rovine dei bassi tempi non risparmiarono il tempio dedicato a Giove Clitunno. Ciò che ne resta fu salvato per essere convertito in tempio dedicato al Salvatore, e Monsignor Pila Carocci ottenutone il titolo di abate perpetuo fino dal 1858, vi pose ogni cura per ridargli l’antico splendore artistico. Ristaurò l’emiciclo all’esterno, lo fornì di nuovo portale in ferro a traforo e rinnovò le grandiose scale laterali. Illustrò anche questo tempietto, dichiarato monumento nazionale, con una erudita lettura all’Arcadia, dove espose le vetuste fasi e le recenti del delubro pagano e dell’edicola cristiana.
La medaglia fu incisa dal distinto Cav. Speranza sunnominato, fu coniata nella zecca di Roma, e di un esemplare in metallo il nobile Monsignor Pila Carocci fece omaggio al Pontefice, ed altri, in molto limitato numero, fece coniare in bronzo, ritirando presso di sè il conio.
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Altra medaglia personale, privata, dovuta al bulino del bravo Adolfo Farnesi di Lucca è la seguente, la cui dicitura ci dispensa da maggiori illustrazioni:
41. Diam. mm. 46.
- D/ — Busto nudo di profilo a sinistra, testa nuda, abito civile. Sotto: A. Farnesi fece.
- R/ – In sei righe nel campo: AL DOTTORE — ORESTE ANDREI - PEI SERVIGI RESI - AL CIVICO OSPEDALE I CARRARESI - MDCCCXC
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Qui si arresta la nostra rivista, per le medaglie italiane del 1890. Non ha la pretesa di avere noverate tutte quelle che furono fatte in Italia in quell’anno. Alcune, di minor conto per se stesse o per i fatti cui riferivansi, possono esserci sfuggite. Nessuna, crediamo, delle più importanti ed aventi specialmente interesse storico. Pure, a chi avesse da segnalarcene sarà gratissimo
Milano, 7 novembre 1893.