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1066 indice dei capoversi

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Dunque d’Europa nel servil destino Pag.  397 
Dunque presente nume ancor visiti   353 
— Duro, marchese, allor che de la vita   309 


Ebre di sole strillan le cicale   1057 
Ecco, al caro garzon che la inanella   299 
Ecco: di braccio al pigro verno sciogliesi   896 
Ecco, e tra i palchi onde l’oligarchia   987 
Ecco il ridotto. Ancor non ha l’aratro   960 
Ecco: la verde Sirmio nel lucido lago sorride   835 
E ch’io, perché lo schernir tuo m’incalza   103 
E da le spalle d’Ampelo a l’altare   974 
E degno è ben, però ch’a te potei,   26 
E forse da i selvaggi Urali a valle   548 
. . . . . . . . . . Egregiamente   1059 
È la chiamata de le afflitte genti   973 
Ella ove incurva il ciel piú alto l’arco   360 
E molti e armati e di ferocia immani   214 
È notte, e il nembo urla piú sempre e il vento   761 
Era il giugno maturo, era un bel giorno   657 
Era un giorno di festa e luglio ardea   674 
Ero l’amata muore, ne i flutti cercando la morte:   937 
E sempre a te co ’l sole e la feconda   549 
E tu pendevi tralcio da i retici   852 
E tu pur di viltà scuola e d’inganni   235 
E tu pur riedi, amore; e tu l’irosa   23 
E tu, se d’echeggianti   346 
E tu, venuto a’ belli anni ridenti   28 
E verde e fosca l’alpe e limpido e fresco è il mattino   1002 
Evoe, Lieo: tu gli animi   230 
E voi, se fia che l’imminente possa   30 


Fama è che allor Prometeo, fuggendo   110 
Fedel sino a l’avello   744 
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