Nella vita ci creiamo molti attaccamenti, e legami a cui rimaniamo fedeli. Alcuni di questi hanno una finalità positiva, e ci stimolano a fare del nostro meglio. Tuttavia, se non facciamo attenzione, questi attaccamenti possono mandarci in crisi nel momento in cui nella nostra vita si verifica un cambiamento, o sperimentiamo una perdita, un tradimento, o una tragedia. La pratica del non-attaccamento ci permette di controllare le emozioni e i sentimenti in relazione agli attaccamenti esistenti nella nostra vita, e impedisce che siano questi ultimi a controllarci.

Passaggi

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    Identifica il motivo per cui pensi di avere un problema di attaccamento: in passato sei stato un fervido seguace di una religione, o hai aderito profondamente a un ideale da cui ti sei poi distaccato? Continui a cercare una persona che ti ha lasciato o ha smesso di amarti? Ci sono cose alle quali permetti di governare la tua vita? Hai subito una tragedia personale o una grave perdita?
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    Evita di crearti nuovi attaccamenti malati. E' sempre meglio non affrettare il processo di avvicinamento a una nuova fede, o la nascita di una nuova amicizia. Non sprecare tutta la tua energia investendo la totalità delle tue emozioni in una sola persona o in un nuovo credo: procedi lentamente e con cautela, per evitare delusioni.
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    Impara a gestire i problemi di attaccamento: possono ostacolare i progressi della tua vita, e devono essere gestiti per impedire che intralcino il rinnovamento e la crescita. Ecco alcuni degli attaccamenti più diffusi e più dannosi:
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    Non avere più paura di perdere qualcosa. L'attaccamento a un posto di lavoro, a delle persone in particolare, a degli oggetti, o a una fede, può immobilizzarci nella paura di perdere questi punti fermi della nostra vita. Se le cose vanno male, come a volte può succedere, il dolore può bloccare la nostra crescita e farci rimanere a un punto morto. Accetta il momento per quello che è, e convinciti che va bene così. Ma allo stesso tempo sii proattivo e non farti cogliere impreparato. Se le cose non funzionano, organizzati per cercare di cambiare quello che dipende da te, ad esempio manda curriculum, rifatti il look, cambia corso di studi, ecc.
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    Sii amico di te stesso. La tua autostima dovrebbe venirti da dentro, non da quello che gli altri pensano di te. L'attaccamento agli altri diventa malsano nel momento in cui ti circondi di persone dannose per te solo perché hai paura di rimanere da solo o di essere escluso. Se diventerai amico di te stesso, non temerai così tanto la solitudine, e sarai più disponibile a conoscere altre persone, invece di rimanere legato a pochi. E sforzati di mantenere relazioni sane con le persone che frequenti tutti i giorni, senza invadere il loro spazio vitale, né lasciare che loro invadano il tuo, e senza avere aspettative esagerate nei loro confronti.
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    Smetti di vivere nell'illusione. Anche se è sempre importante sforzarsi di migliorare se stessi e le proprie potenzialità future, l'accettazione del presente è vitale per vivere nel momento, e per non illudersi che la felicità e la realizzazione nella vita dipendano da eventi che non si sono ancora verificati. Non attaccarti alle aspettative e ai sogni fino a farli diventare una scusa per non risolvere i problemi contingenti. Accetta le cose come sono e lavora su quelle che vorresti migliorare con calma ed equilibrio.
    • L'ossessione per il futuro è un attaccamento così come l'ossessione per il passato. Se hai la testa nel futuro, perdi l'attimo presente: la qualità della tua vita qui ed ora pone le basi per i tuoi successi futuri.
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    Impara a lasciar andare l'attaccamento ai sentimenti. I sentimenti sono potenti, ma se lasciamo che ci controllino ci ritroviamo in balia del loro volubile potere. La sofferenza e la perdita vanno accettate, ma abbiamo due scelte possibili: continuare a soffrire in eterno o imparare dall'esperienza e andare avanti. I sentimenti vanno espressi e non tenuti dentro: esprimerli (e non reprimerli) ti aiuterà a gestirli in maniera più produttiva. Tieni un diario, scrivi poesie, posta dei commenti sui blog, anche anonimi, scrivi una lettera e poi bruciala, parla con il tuo migliore amico, o anche con un amico immaginario. Cerca di trovare una valvola di sfogo per i tuoi sentimenti, perché non si trasformino in attaccamenti malati.
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    Solo dopo aver aiutato te stesso, raccontalo anche agli altri. Lasciare che gli altri si guadagnino la tua fiducia ed evitare di buttarsi nelle cose in maniera impulsiva è l'approccio migliore che tu possa avere alla filosofia del non-attaccamento, e non devi diventare un eremita per questo. Insegnare ad altri il non-attaccamento può esserti di aiuto, indipendentemente dalla loro situazione e mentalità. Puoi parlarne in giro, scrivere sui blog, mandare dei tweet: devi solo essere disponibile, in modo che altri possano imparare dalla tua esperienza.
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    Ricordati: niente è per sempre, le cose cambiano continuamente.
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Consigli

  • Sii socievole ed estroverso. Il tuo obiettivo è di stare lontano dalla sofferenza emotiva, non di diventare un eremita. Questa filosofia è pensata per essere realizzata nella vita concreta. Lavorare attivamente per la soluzione dei tuoi problemi è la strada migliore per alleviare la solitudine e la depressione, meglio di qualsiasi altra cosa.
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Avvertenze

  • Gli altri non potranno fare a meno di notare la fiducia in te stesso e la felicità che emanerai. Non ci sarà bisogno di spiegare nulla: gli effetti positivi della tua pratica parleranno da soli, e la gente vedrà coi suoi occhi i benefici che ne risultano.
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Riferimenti

  1. Leo Babauta, Letting go of attachment, http://zenhabits.net/zen-attachment/ – research source.

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