Indice:Boccaccio-Caccia e Rime-(1914).djvu

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Giovanni Boccaccio, La caccia di Diana e le Rime , Avvertenza e note di Aldo Francesco Massèra, a cura di Aldo Francesco Massera, Torino, Unione Tipografico-Editrice Torinese, 1914. Fonte: Internet Archive

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Pagine dell'edizione

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Note

Guida per i rilettori

Sommario

Frontespizio	3

Avvertenza	7

La caccia di Diana	1

Canto I.	3

Canto II.	8

Canto III.	11

Canto IV.	13

Canto V.	15

Canto VI.	17

Canto VII.	19

Canto VIII.	22

Canto IX.	24

Canto X.	27

Canto XI.	31

Canto XII.	33

Canto XIII.	35

Canto XIV.	37

Canto XV.	39

Canto XVI.	41

Canto XVII.	43

Canto XVIII.	45

Rime	49

I. Intorn'ad una fonte, in un pratello	51

II. All'ombra di mill'arbori fronzuti	52

III. Il Cancro ardea, passata la sext'hora	52

IV. Guidommi Amor, ardendo anchora il sole	53

V. Non credo il suon tanto soave fosse	54

VI. Su la poppa sedea d'una barchetta	55

VII. Chi non crederrà assai agevolmente	56

VIII. Quel dolce canto col qual già Orpheo	57

IX. Candide perle orientali et nuove	57

X. Se bionde treccie, chioma crespa et d'oro	58

XI. Quella splendida fiamma, il cui fulgore	59

XII. Quell'amorosa luce, il cui splendore	59

XIII. Il folgor de' begli occhi, el qual m'avampa	60

XIV. Il gran disio che l'amorosa fiamma	61

XV. Mai non potei, per mirar molto fiso	61

XVI. Le parole soave, el dolce riso	62

XVII. Spesso m'advien ch'essendom'io raccolto	62

XVIII. Com'io vi veggo, bella donna et chiara	63

XIX. Con quant'affection io vi rimiri	63

XX. Sì dolcemente a' sua lacci m'adesca	64

XXI. Biasiman molti spiacevoli Amore	65

XXII. Amor, che con sua forza e virtù regna	65

XXIII. Questo amoroso fuoco è sì soave	67

XXIV. Quello spirto vezzoso, che nel core	68

XXV. Quante fiate per ventura il loco	68

XXVI. A quella parte ov'io fui prima accesa	69

XXVII. Quando s'accese quella prima fiamma	70

XXVIII. Misero me, ch'io non oso mirare	71

XXIX. S'io ti vedessi, Amor, pur una volta	71

XXX. Trovato m'ài, Amor, solo et senz'armi	72

XXXI. Che fabrichi? che tenti? che limando	73

XXXII. Pallido vinto et tutto transmutato	73

XXXIII. Come in sul fonte fu preso Narciso	74

XXXIV. Quando posso sperar che mai conforme	75

XXXV. Se quella fiamma che nel cor m'accese	75

XXXVI. Scrivon alcun, Parthenope, syrena	76

XXXVII. Vetro son facti i fiumi, et i ruscelli	77

XXXVIII. Pervenut'è insin nel secul nostro	78

XXXIX. Sì tosto come il sole a noi s'asconde	78

XL. Chi nel suo pianger dice che ventura	79

XLI. Cesare, poi ch'ebbe, per tradimento	79

XLII. Se zephiro oramai non disacerba	80

XLIII. L'alta speranza, che li mia martiri	81

XLIV. S'egli advien mai che tanto gli anni miei	81

XLV. O iniquo huomo, o servo disleale	82

XLVI. Quante fiate indrieto mi rimiro	83

XLVII. Se io potessi creder ch'in cinqu'anni	83

XLVIII. Dice con meco l'anima tal volta	85

XLIX. Son certi augei sì vaghi della luce	85

L. L'obscure fami e i pelagi tyrrheni	86

LI. Le lagrime e i sospiri e il non sperare	87

LII. Se mi bastasse allo scriver, l'ingegno	87

LIII. Dentro dal cerchio, a cui intorno si gira	88

LIV. Così ben fusse inteso il mio parlare	89

LV. Fuggano i sospir mei, fuggasi il pianto	89

LVI. Se quel serpente che guarda il thesoro	90

LVII. Qualor mi mena Amor dov'io vi veggia	90

LVIII. Amor, se questa donna non s'infinge	91

LIX. Non deve alcuno, per pena soffrire	92

LX. Chi che s'aspecti con piacer i fiori	92

LXI. Intra 'l Barbaro monte e 'l mar tyrrheno	93

LXII. Toccami 'l viso zephiro tal volta	94

LXIII. Et Cinthio et Caucaso, Ida et Sigeo	95

LXIV. Colui per cui, Misen, primieramente	96

LXV. Se io temo di Baia e il cielo e il mare	97

LXVI. Benché si fosse, per la tuo' partita	98

LXVII. Poscia che gli occhi mia la vaga vista	99

LXVIII. De' quanto è greve mia disaventura	100

LXIX. Contento quasi ne' pensier d'amore	101

LXX. Amor, dolce signore	105

LXXI. L'aspre montagne et le valli profonde	106

LXXII. Perir possa il tuo nome, Baia, e il loco	108

LXXIII. O miseri occhi miei più ch'altra cosa	109

LXXIV. Cader postù in que' legami, Amore	110

LXXV. I' non ardisco di levar più gli occhi	111

LXXVI. Non so qual i' mi voglia	111

LXXVII. Il fior, che 'l valor perde	112

LXXVIII. Allor che 'l regno d'Etiopia sente	113

LXXIX. L'antiquo padre, il cui primo delicto	116

LXXX. L'arco degli anni tuoi trapassat'ài	122

LXXXI. Due belle donne nella mente Amore	123

LXXXII. Dietro al pastor d'Ameto alle materne	125

LXXXIII. S'io veggio il giorno, Amor, che mi scapestri	126

LXXXIV. Sì fuor d'ogni sentier, nel qual ragione	127

LXXXV. Quand'io riguardo me vie più che 'l vetro	128

LXXXVI. Ipocrate Avicenna o Galieno	128

LXXXVII. S'amor, li cui costumi già molt'anni	129

LXXXVIII. Griphon lupi leon biscie et serpenti	129

LXXXIX. Poco senn'à chi crede la fortuna	130

XC. Era 'l tuo ingegno divenuto tardo	131

XCI. Infra l'excelso choro d'Helicona	132

XCII. O giustitia regin'al mondo freno	132

XCIII. Fuggit'è ogni virtù, spent'è il valore	133

XCIV. Apitio legge nelle nostre scole	133

XCV. Saturno al coltivar la terra puose	134

XCVI. Tanto ciascun ad acquistar thesoro	135

XCVII. Sovra li fior vermigli e' capei d'oro	135

XCVIII. Parmi tal volta, riguardando il sole	136

XCIX. Dormendo, un giorno, in somno mi parea	136

C. Se la fiamma degli occhi, ch'or son sancti	137

CI. Che cerchi, stolto? che d'intorno miri?	138

CII. Dante, se tu nell'amorosa spera	139

CIII. Era sereno il ciel, di stelle adorno	140

CIV. Le rime, le quai già fece sonore	140

CV. D'Homer non poté lo celeste ingegno	141

CVI. Sì acces'et fervente è il mio desio	142

CVII. Mentre sperai et l'uno et l'altro collo	143

CVIII. Il vivo fonte di Parnaso et quelle	144

CIX. Dura cosa è et horribile assai	145

CX. Assai sem raggirati in alto mare	145

CXI. Quante fiate indrieto mi rimiro	146

CXII. Fuggesi il tempo, e 'l misero dolente	147

CXIII. Fassi davanti a nnoi il sommo bene	148

CXIV. Volgiti, spirto affaticato, omai	148

CXV. O sol, ch'allumi l'un'et l'altra vita	149

CXVI. O glorioso re, che 'l ciel governi	150

CXVII. Non treccia d'oro, non d'occhi vaghezza	150

CXVIII. O luce eterna, o stella matutina	151

CXIX. O regina degli angioli, o Maria	152

CXX. Tu mi trafiggi, et io non son d'acciaio	153

CXXI. Poi, satyro, sei facto sì severo	154

CXXII. S'io ò le Muse vilmente prostrate	155

CXXIII. Se Dante piange, dove ch'el si sia	156

CXXIV. Già stanco m'ànno et quasi rintuzato	157

CXXV. Io ò messo in galea senza biscotto	158

CXXVI. Or sei salito, caro signor mio	159

Appendice di sonetti probabilmente boccacceschi	161

1. Istanca e scalza, con le treze avolte	163

2. O dì felice, o ciel chiaro sereno	164

3. D'oro crespi capelli e anodati	164

4. Levasi il sol tal volta, in oriente	165

5. I cape' d'or di verde fronde ornati	166

6. Prati, giardini, vaghi balli o canti	166

7. La volontà più volte è corsa al core	167

8. Gli occhi, che m'ànno il cor rubato e messo	167

9. Io mi credeva troppo ben l'altrieri	168

10. Il mar tranquillo, producer la terra	169

11. Se io potessi lo specchio tenere	169

12. Chi crederia già mai ch'esser potesse	170

13. Se quelle treccie d'or, che m'ànno il core	171

14. Cadute son degli arbori le foglie	172

15. S'i' avessi in mano gli capegli avolti	173

16. Ecco, madonna, come voi volete	173

17. I' ò già mille penne e più stancate	174

18. I' avea già le lagrime lasciate	174

19. Le nevi sono e le pioggie cessate	175

20. Per certo, quando il ciel con lieto aspetto	176

21. Degli occhi, dei qual nacque el foco ond'io	177

22. I' vo, sonetto, i mie' pensier fuggendo	177

23. Amore, pur convien che le tue arme	178

24. I' solea spesso ragionar d'amore	179

25. Se io, che già, più giovine, provai	179

26. Se io credesse, Amore, che in costei	180

27. Perché ver me pur dispermenti invano	180

28. O ch'Amor sia, o sia lucida stella	181

29. Rotto è il martello, rott'è quella 'ncugge	184

Indice dei nomi propri	183

Indice alfabetico delle Rime	189

Indice del volume	195

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